Tutto è tracciabile. Tramite il Dna che oramai è entrato in ogni ambito della vita dell’uomo di oggi come di milioni di anni fa. È entrato in ambito forense non solo nelle tracce biologiche ma in tutto ciò che è venuto in contatto con il presunto colpevole. È penetrato nella ricerca archeologica anche se nascosto in posti ove qualcuno l’ha lasciato non ieri, ma millenni fa. Potremmo sapere non solo da dove vengono alcuni utensili ritrovati negli scavi, ma anche chi l’ha usati e in quale periodo. Insomma tutto ciò che facciamo oggi o abbiamo fatto milioni di anni fa lascia o ha lasciato una traccia. Allora perché non lo si applica oggi in ambiti della nostra attività quotidiana, ad esempio nel settore della moda, che è dotata di un grande impatto mediatico, commerciale e di immagine sulla realtà di aziende, imprenditori, buyer e consumatori? In un mercato ove contano la fantasia, gli stili, l’eleganza, la qualità, i materiali e il brand, sono parimenti importanti i valori ai quali ci si ispira: affidabilità, credibilità, sostenibilità nei quali i consumatori pongono la loro fiducia. In questo rapporto fiduciario sta subentrando un’altra componente: la tracciabilità, che è poi la versione attuale di un‘antica richiesta: l’interesse del consumatore. Ed allora ecco che spunta il TFashion, esteso anche come TF-Traceability & Fashion, un sistema di tracciabilità che si basa su quattro componenti essenziali: trasparenza verso il consumatore, responsabilità nei confronti dei propri fornitori, autenticità del prodotto, eticità del comportamento. In pratica cos’è il TFashion? Nato con la volontà di qualificare e valorizzare il sistema della moda, è un complesso di tracciabilità ideato e promosso dalle Camere di Commercio italiane, con lo scopo di fornire un valore aggiunto alle produzioni e una differenziazione dei prodotti del mercato. TFashion si articola su questi punti: a) volontarietà, l’adesione è volontaria; b) libero accesso, possono aderire tutte le aziende italiane impegnate nei vari settori, tessile, abbigliamento, pelletteria, calzature, metalli preziosi; c) etichettatura dei prodotti, le aziende aderenti al sistema di tracciabilità possono avvalersi dell’etichetta TFashion inserita nei loro prodotti nelle modalità a loro più gradita; d) vero “Made in Italy”, le aziende che realizzano tutte le fasi in territorio italiano possono utilizzare la dicitura “100% Made in Italy”; e) modularità dell’applicazione, le aziende che intendono aderire al sistema TFashion possono certificare una o più linee produttive; f) condivisione dei requisiti, il sistema di tracciabilità è stato elaborato e condiviso dalla principali Associazioni di categoria. Tra i dati più qualificanti della certificazione TFashion è l’indicazione del luogo ove sono avvenute le principali fasi di lavorazione del prodotti. Così nessuno può più barare. A tutto vantaggio del consumatore, che è il principale destinatario del sistema di tracciabilità. Non solo. Per garantire il consumatore con un’informazione chiara e completa, sono previsti interventi che assicurano la veridicità delle informazioni fornite in etichetta, alle quali si aggiungono rigorosi sistemi di controllo. In sintesi, la finalità del TFashion raggiunge un triplice obbiettivo: il consumatore ha la garanzia che il prodotto acquistato ha caratteristiche di autenticità e trasparenza, il produttore costruisce la sua immagine e profitto sulla qualità e sulla eticità, l’Ente Pubblico, come la Camera di Commercio, è consapevole del servizio prestato a favore del consumatore, attento e consapevole e del proprio consociato, protetto e garantito.