• Il cavallo, il suo rapporto con l’uomo e l’ippoterapia

    Giovedì, 02 Ottobre 2014,
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    Cavalli, un anima, quattro zoccoli, una criniera, una coda. Amici dell’uomo da millenni, mai schiavi davvero, sempre lontani, un po’ selvatici.  Diversi dai cani, un po’ simili ai gatti, uguali a nessuno. Viviamo con loro, alcuni con loro altri di loro. Cavalli, occhi lucidi e profondi, groppe muscolose piene di una  energia che non si può descrivere, un fiato che sa di erba e di fieno saporito, una voce che fa nitrito. Cavalli, la tenerezza di un’anima selvaggia. Creature meravigliose che danno amore e amano riceverne, una miscela di tenerezza, passione e fiducia ma mai paura. Il cavallo è stato così importante nella storia della civiltà occidentale negli ultimi duemila anni che tutte le città d’Europa sono adornate di statue di cavalli. É dal lontano 1500 a.C. che l’uomo iniziò a montare a cavallo in tutte le aree dove era stato addomesticato e anche a sfruttarlo. Il cavallo ha combattuto tutte le guerre fino alla prima Guerra Mondiale, ha faticato per l’uomo e lo ha aiutato a costruire gran parte del Nuovo Mondo. Vi siete mai chiesti quante cose non sarebbero mai accadute  se questo animale non fosse mai esistito? Provate a pensare a tutti gli spostamenti per gli uomini antichi che non potevano certo contare né sulla freccia rossa  ne sugli aerei. Quanta gente non si sarebbe mai incontrata, quante scoperte non si sarebbero potute fare se l’uomo non avesse iniziato a spostarsi con i cavalli più di 2000 anni fa a partire dai carri di epoca romana fino alle carrozze della nobiltà, o ancora alle diligenze pubbliche e postali e così, fino allo sviluppo dei mezzi a motore e delle ferrovie, il cavallo è stato il più importante mezzo di trasporto. Il cavallo è servito all’uomo anche come fonte di sostentamento e come indispensabile forza lavoro oltre che supporto fondamentale in guerre e battaglie. É stato usato in agricoltura per arare, trasportare carichi, trascinare tronchi e tirare i mezzi agricoli più pesanti, lo è ancora in molti paesi sottosviluppati. Ma le sue qualità non finiscono qui perché ha importanza anche nella psiche umana tanto che Carl Yung, il famoso psicologo svizzero pensava che l’immagine del cavallo potesse evocare le nostre tendenze più antiche e profonde. Il cavallo è stato da sempre uno degli animali più amati dall’uomo, esso può essere il miglior amico o addirittura l’unico amico. Tra le tante sue caratteristiche prevale la straordinaria empatia che riesce a creare con noi umani diventando un fedele compagno di vita in grado di trasmettere  grandi emozioni. E proprio per queste sue straordinarie doti  di sensibilità, di adattamento, di intelligenza che è ritenuto da sempre una  straordinaria medicina. Gli effetti benefici del cavallo sull’uomo furono in primis intuiti addirittura da Ippocrate (460-370a.C.) che consigliava lunghe cavalcate per combattere l’ansia e l’insonnia: la prima ippoterapia. In Italia l’ippoterapia o equitazione a scopo terapeutico è stata introdotta nei primi anni ’70. Essa viene utilizzata, in appositi centri, per curare patologie come la paralisi cerebrale infantile, l’autismo o la sindrome  di Down, agisce grazie all’interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico. Anche in Umbria possiamo trovare dei centri dove svolgere ippoterapia come  il centro di riabilitazione equestre “Ippogrifo” di Ponte Valleceppi,  il Maneggio La Chiona a Spello o ancora le Case Rosse di Montebuono e altri ancora. Ecco dunque come ancora tanto tempo fa un animale così gentile e generoso possa non solo essere amico dell’uomo ma soprattutto essere anche un attento e paziente terapeuta e aiutarlo così nel difficile cammino della guarigione.
    Letto 3332 volte Ultima modifica il Giovedì, 06 Dicembre 2018 17:00
    Giuliana Spinelli Batta

    01.07.18, Autori

    Collaboratore Riflesso - Giuliana Spinelli Batta

    Collaboratore
    Ambiente.