• Il riscaldamento globale e le sue conseguenze

    Giovedì, 03 Dicembre 2015,
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    Il riscaldamento della terra causato dall’inquinamento e dall’effetto serra è una chiara e presente minaccia per la nostra salute, la nostra economia e il nostro ambiente naturale. Esso determina lo scioglimento dei ghiacciai sia continentali che montani. Il fenomeno è visibile chiaramente sia al Polo Nord in Artide che nel continente Antartico dove il ghiaccio ha un importante compito nell’equilibrio climatico-ambientale del pianeta visto che ogni variazione della calotta ghiacciata (2km di spessore) si ripercuote sull’equilibrio termico planetario, sulla circolazione oceanica e atmosferica delle correnti nonché sul livello del mare che causerà la fine di molte città costiere in tutto il globo. Gli effetti insomma saranno devastanti. Lo scioglimento del terreno perennemente ghiacciato, minaccia anche la stessa catena alimentare poiché il cambiamento della composizione dei ghiacci ha effetti sul krill, formato da piccolissimi crostacei, che è alla base delle catene trofiche di gran parte degli organismi marini. Il ghiaccio è di vitale importanza anche per la sopravvivenza di tantissime specie, dalle enormi balene ai candidi orsi polari. Nell’Antartide la vita dei pinguini Adeleia, considerati “termometro” e bioindicatori della salute antartica, in quanto la loro sopravvivenza dipende dalla presenza di ghiaccio marino e dalle variazioni climatiche, sta diventando problematica. I cambiamenti climatici diminuiscono la quantità di cibo (krill) a disposizione e di terreno per la nidificazione e a causa del distaccamento dei ghiacci è sempre più pericoloso per loro andare alla ricerca di cibo in mare per sfamare se stessi e i piccoli. Essi devono quindi percorrere molte miglia per procurarsi il nutrimento, cosa molto ardua vista la loro lenta andatura. Il loro numero sta diminuendo drammaticamente e si prevede anche l’abbandono di molte delle aree tradizionali in cui vivono da sempre. In Artide, dove la situazione è peggiore, in Alaska e nelle acque dello stretto di Bering, i trichechi da diversi anni stanno subendo la riduzione delle masse ghiacciate. Essi non possono nuotare a lungo ma devono riposare e per farlo approfittano delle lastre di ghiaccio che galleggiano in superficie da dove cacciano molluschi e crostacei. Lo sciogliersi del ghiaccio marino li fa riversare  in massa sulle spiagge per cercare riposo e riparo dai predatori. Sempre più frequenti sono gli avvistamenti di numerosi trichechi sulle spiagge a partire dal 2007, il più recente nel 2014 sulla costa nord-ovest dell’Alaska  ne contava circa 35.000. Questi ammassi causano la morte sia degli adulti per la lotta per il cibo che dei cuccioli per schiacciamento. In Groenlandia le foche sono in serio pericolo per il riscaldamento del Nord Atlantico, che negli ultimi 30 anni ha ridotto la copertura invernale di ghiaccio del mare delle loro zone di riproduzione. Esse contano sul ghiaccio stabile del mare d’inverno come luogo sicuro per partorire ed allattare i piccoli fino a che possono nuotare e cacciare da soli. E a causa dello strato sottile di ghiaccio molti cuccioli muoiono. Ma l’animale simbolo della lotta ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale è il candido e gigante orso polare. Esso vive in un territorio molto ampio del circolo polare artico per lo più sconosciuto ed inesplorato, si nutre cacciando le foche che vengono in superficie per respirare attraverso i buchi nel ghiaccio. Mentre i maschi trascorrono tutto il tempo sul pack ghiacciato a cacciare foche, le femmine con i cuccioli, a causa dello scioglimento dei ghiacci rimangono bloccate su pezzi ghiacciati sempre più piccoli e con cibo insufficiente per crescerli ed evitare che muoiano. Si pensa che la riduzione dei ghiacci consumi il loro habitat naturale riducendone fortemente il numero fino a portare alla loro definitiva scomparsa a meno che come talvolta accade non siano in grado di ricorrere a fonti alimentari alternative. È evidente come lo scioglimento dei ghiacciai sia un aspetto da non sottovalutare e su cui studiosi ed esperti puntano ormai da tempo l’attenzione: forse è il caso di iniziare a dar loro ascolto per salvare la vita dei nostri amici animali e salvaguardare il nostro ecosistema dalla minaccia più grande dei nostri tempi.
    Letto 1715 volte Ultima modifica il Martedì, 06 Novembre 2018 16:24
    Giuliana Spinelli Batta

    01.07.18, Autori

    Collaboratore Riflesso - Giuliana Spinelli Batta

    Collaboratore
    Ambiente.