• Scippo “in itinere”: spetta l’indennizzo

    Lunedì, 01 Ottobre 2012,
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    Le lesioni riportate dal lavoratore che subisce uno scippo durante il normale percorso di andata e ritorno dall'abitazione al posto di lavoro possono legittimare il riconoscimento dell'indennizzo previsto per il c.d. "infortunio in itinere". Lo ha recentemente affermato la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11545 del 10 luglio 2012, con riferimento al caso di una impiegata di Perugia che pretendeva dall'INAIL la corresponsione dell'indennità temporanea e della relativa rendita per l'infortunio occorsole, sulla strada del rientro a casa, a seguito di una aggressione a fini di scippo, che le aveva procurato varie lesioni. La Suprema Corte, con la richiamata sentenza, ha ribaltato la decisione adottata dai Giudici perugini di primo e di secondo grado, che avevano negato l'indennizzabilità dell'evento come infortunio in itinere, sostenendo che "il fatto doloso di un'altra persona aveva interrotto il nesso causale tra la ripetitività necessaria del percorso casa-ufficio e gli eventi negativi connessi". La Sezione Lavoro della Suprema Corte, richiamandosi alla propria precedente sentenza n. 3776 del 14 febbraio 2008, ha cassato tale decisione, rinviando alla Corte d'Appello di Ancona per il riesame della vicenda, precisando che, ai fini della tutela previdenziale dell'infortunio in itinere, rilevano anche gli eventi dannosi "imprevedibili ed atipici, indipendenti dalla condotta volontaria dell'assicurato, atteso che il rischio inerente il percorso fatto dal lavoratore per recarsi al lavoro è protetto in quanto ricollegabile, pur in modo indiretto, allo svolgimento dell'attività lavorativa, con il solo limite del rischio elettivo", ossia del rischio determinato dal lavoratore stesso con il suo comportamento assolutamente arbitrario. Buone notizie quindi per i malcapitati che si ritrovino a subire uno scippo mentre si apprestano ad andare o tornare dal luogo di lavoro; pur sempre aggrediti e derubati, ma almeno indennizzabili. Il danno rimane, ma cessa almeno la beffa.
    Letto 3305 volte Ultima modifica il Martedì, 11 Dicembre 2018 02:17
    Elisabetta Bardelli

    Elisabetta Bardelli

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