1914-2014: a cento anni dalla grande guerra, un appello per lo ius ad pacem

Mercoledì, 09 Luglio 2014,
Ciò su cui credo nessuno possa aver da obiettare è che la pace è un diritto umano fondamentale di tutti. All'indomani del secolo più sanguinoso della storia dell'umanità, non tutti gli stati d'Europa sono propensi a muoversi in questa direzione. Giovedì 3 luglio, nella sala Capitolare della biblioteca del Senato in Piazza Minerva, sono state consegnate al Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi le prime 100 delibere approvate da Consigli comunali, provinciali e regionali e l'appello sottoscritto da centinaia di personalità laiche e religiose del nostro paese. L'iniziativa è stata promossa dal Centro Diritti Umani e dalla Cattedra UNESCO Diritti Umani, Democrazia e Pace dell'Università di Padova, dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco d'Assisi, dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dalla Tavola della pace e dalla Rete della Perugia-Assisi. I rappresentanti degli Enti Locali e della società civile per il diritto alla pace sono stati ricevuti dal presidente del senato Pietro Grasso che ha così dichiarato: “Plaudo a questa iniziativa e mi impegno a coinvolgere tutti i parlamenti d'Europa che nei prossimi mesi si riuniranno in Italia”. “Siamo in presenza di una di quelle concretissime utopie” chiosa il Presidente Manconi che ha presieduto l'iniziativa. “Dove sta la peculiarità?” continua lo stesso Presidente. “Voi rappresentanti di piccole comunità siete riusciti ad interferire nell'ambito sovranazionale. E tutto ciò è possibile a soli 30 anni di distanza da quella dichiarazione dell'ONU sul Diritto dei popoli alla pace. Tutt'altro che facile anche solo l'affermazione solenne, dal momento che è il risultato di una dura battaglia teorica, pratica, culturale, giuridica.” “Abbiate il coraggio di rompere il fronte dell'omertà. Non esitate a riconoscere il diritto alla pace. Le nostre istituzioni nazionali devono fare la loro parte. E' scandaloso apprendere che ci sono Stati europei che si oppongono duramente al riconoscimento del diritto alla pace”. Secondo il professor Papisca è quindi necessario esercitare pressione sui governi. Alla luce del fatto che l'opinione pubblica è sensibilissima sul tema della pace, è scandaloso apprendere che ci sono governi che non vogliono scrivere il Diritto alla Pace. Scriverlo comporterebbe un obbligo che causerebbe un illecito sanzionabile. Ed è per questo che il tema della pace, in molti governi europei è compreso nel tema della sovranità degli stati, che è in ultima analisi il diritto di fare guerra. L'iniziativa delle Nazioni Unite tende a staccare questo abbraccio mortale. E' poi intervenuto padre Enzo Fortunato del Sacro Convento di San Francesco di Assisi per il diritto alla pace, laconico ma molto incisivo: “Tutti coloro che si rivolgono a San Francesco, da tanti paesi e in tante lingue diverse, chiedono pace e noi siamo con loro”. Anche Flavio Lotti, del Comitato Promotore Marcia Perugia-Assisi, ha fatto sentire la sua voce con autorevolezza: “Noi chiediamo che il Senato impegni l'Italia ad agire senza esitazioni per il riconoscimento internazionale del diritto alla pace. E il semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea è una straordinaria opportunità da non perdere: l'Europa nata sulle ceneri di due grandi guerre mondiali deve essere la prima a battersi per la pace”. La pace è un bene fragile e prezioso al cospetto della guerra, che invece crea divisioni, genera violenza. Cento anni fa veniva proclamata, come una sorta di duello cavalleresco, e si vinceva assoggettando il nemico. Ora è solo annientamento, distruzione, cancellazione. E' fondamentale credere in un'economia di pace e nella sua valenza positiva, più che in un'economia di guerra che crea indotto con la produzione di armi e con le ricostruzioni post-belliche. Troppo facile e troppa sofferenza! E' necessario partire dall'istruzione per sensibilizzare i bambini in primis e l'opinione pubblica successivamente, su questo tema così importante, che è sì un diritto, ma prima di tutto un dovere. “Il pacifismo e la nonviolenza in Italia, non sono inerti, e anzi sono attivi e in lotta con un proprio metodo”, proprio come aveva voluto il perugino Aldo Capitini (1899-1968) quando pensò alla Marcia della Pace. Grazie al suo spirito indomito, il 24 settembre 1961 si svolse la prima edizione. Il prossimo 19 ottobre 2014 avrà luogo la ventesima edizione, in cammino per riscoprire il valore della fraternità in Europa. Sarà importante esserci!

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