Terni, tra recupero del centro storico e aree dismesse

Lunedì, 05 Marzo 2012,
 
Una città-laboratorio architettonico, alla scoperta delle grandi firme del panorama moderno e contemporaneo. L' "archi-turismo" umbro prosegue a Terni. Dopo la scoperta delle affascinanti opere di architettura moderna in giro per la città di Perugia, ci affacciamo al tessuto ternano dall'assetto moderno e dinamico, frutto della rivoluzione industriale di cui la città è stata protagonista. I segni della "rivoluzione" sono evidenti in alcuni importanti interventi realizzati nella città, in opere architettoniche e scultoree. E' impossibile non citare la Lancia di luce del geniale artista Arnaldo Pomodoro, opera contemporaneamente rappresentativa dei traguardi tecnologici e monito verso gli stessi; il dramma della loro scoperta e dei relativi poteri è espresso attraverso una miriade di fratture, inserti, forme geometriche ed effetti chiaroscurali. Negli ultimi vent'anni, Terni è diventata una città-cantiere: dai primi anni novanta non si sono fermati i lavori che via via hanno portato ad un cambiamento del centro cittadino; è in questa fase postmoderna che si rende evidente il completamento del centro storico e il recupero delle aree dismesse. Sono ancora una volta le grandi firme a segnare la città, facendo capire quanto la grande firma stessa possa portare valore aggiunto ad un tessuto urbano: dall'aumento della qualità diffusa, agli stimoli che possono derivare dall'opportunità di confrontarsi. C'è la firma di Carlo Aymonino nelle tre piazze cittadine. L'architetto elabora un'ipotesi complessiva in cui sono riconoscibili varie componenti: colonne marmoree mozze o intere, oggetti architettonici in pietra con destinazione museale e statue, il tutto senza che entri in concorrenza con i volumi preesistenti, come la grande balena-panchina che spunta dalla pavimentazione in Piazza Solferino. La piazza, per Carlo Aymonino, è il luogo della città per eccellenza; è l'elemento di raccordo tra l'architettura e la città costruita, ed ogni nuovo intervento progettuale effettuato va ad instaurare una relazione con ciò che si conserva ancora della città storica. La piazza ritorna ad essere un luogo di relazione tra struttura urbana e soluzione architettonica. Nell'immediata periferia di Terni, in località Valenza, merita attenzione la chiesa della Santa Maria della Pace progettata da Paolo Portoghesi ricca di segni e testimonianze. Portoghesi è uno dei portanomi del variegato mondo del razionalismo italiano fatto di molte sfaccettature anche contrastanti. Secondo lo stile proprio dell'architetto, nel progetto di questa chiesa, in cui l'architettura stessa ricerca valori simbolici, vi è la finalità di rispondere all'esigenza di "significare", di comunicare, di rimandare al trascendente. Il fatto che la chiesa di Terni fosse dedicata alla Vergine ha avuto un peso decisivo per l'individuazione delle forme. Qui l'immagine della Madonna è rivisitata attraverso quella della stella. La chiesa è vista come una gemma; all'esterno si manifesta col breve campanile e con l'impianto centrale dalle braccia stellari.

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