L’architettura del paesaggio tra parchi e giardini in Umbria In evidenza

Giovedì, 01 Agosto 2013,
Le ville e le grandi residenze di campagna caratterizzano il nostro paesaggio, costituendo un vasto patrimonio storico-artistico a testimonianza di una specifica forma insediativa profondamente legata alla conservazione e allo sviluppo del paesaggio rurale, ed oggi eredità dei più importanti ed interessanti esempi di architettura paesaggista.  La mia “passeggiata narrativa” parte da uno dei giardini all’italiana più significativi dell’Umbria, quello del Castello Bufalini, nella città valtiberina di San Giustino terminato nel 1487. Il giardino in stile italiano è il risultato delle trasformazioni nella prima metà del XVIII secolo. Si caratterizza per la suddivisione in sette spazi originali collegati da sentieri che consentono il passaggio dal giardino triangolare al labirinto con le sue alte siepi di bosso, dalle aiuole di rose ai lecci della "ragnaia", dal voltabotte di alloro al giardino di fiori con la fontana ovale al centro. Il parco è ricco di fontane ed è attraversato dal canale aperto che le lega, ricordando il sistema di irrigazione romano solcato, detto “a porche”. Di pregio è il parco di Villa Fidelia. Il complesso, caratterizzato da un’importante stratificazione storica, fu costruito sui resti di un santuario appartenente ad un insieme sacrale di epoca classica. Ma sono gli elementi esterni alla villa a costituire l’aspetto più rilevante del complesso. Il giardino barocco a cui si accede dal cancello principale, si sviluppa su un piano inclinato suddiviso in terrazzamenti collegati tra loro da scalinate e fontane, e cinto ai lati da doppi filari di cipressi. In fondo si trova la scalinata di accesso al parco e la duplice corona di lecci. Subito sopra, bordato da filari di cipressi e pini marittimi, si apre il parco di lecci. Uno dei parchi storici più importanti in Umbria è infine quello della Villa Paolina a Porano, detta anche “del crognolo”, per l’abbondanza di arbusti selvatici e di cornioli. L’esuberanza arborea del parco la nasconde alla vista, ma al tempo stesso ne costituisce una peculiarità. Il viale principale, definito da siepi, si allarga in un piazzale ellittico ornato da una fontana e da due cedri secolari e prosegue aldilà del corpo della villa in quattro file parallele di cipressi secolari. Con esso s’interseca tutta la serie di viali ortogonali che si allungano fino al limite del parco. Oltre al giardino all’italiana settecentesco si è aggiunta, nella parte nord orientale, la sistemazione ottocentesca a parco “all’inglese”. Pietro Porcinai, tra i più importanti paesaggisti italiani del Novecento, ha progettato in Umbria oltre 50 giardini, e nell’excursus panoramico e temporale dell’architettura del paesaggio nella nostra regione, è interessante menzionare quei giardini dove è ancora leggibile il progetto del paesaggista toscano, nonostante il tempo trascorso. Il Parco della Villa di Isola Polvese è uno degli esempi più significativi del Porcinai in cui applica la sua idea dei giardini-paesaggio, cioè quei giardini nei quali l’uomo sembra non aver fatto nulla.  Altre importanti realizzazioni dell’architetto sono per i giardini delle residenze private di villa Buitoni-Saccomandi, villa Petrini-Balsamo e di villa Margaret di Leonardo Servadio; in ciascuna vi è una corrispondenza pressoché totale tra il progetto di Porcinai e la realizzazione. E’ proprio Servadio a commissionare a Porcinai la sistemazione paesaggistica dell’area degli uffici dell’Ellesse e il roof-garden dell’edificio di nuova costruzione, uno degli elementi più significativi e originali del progetto, tuttora leggibile che si sviluppa su tutto il perimetro dell’edificio a 360 gradi.

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