Ho un sogno. Anzi due. Due piste ciclabili che attraversassero l’Umbria a croce. Una realizzabile lungo gli argini del Tevere da Nord a Sud della Regione l’altra dal lago Trasimeno a Spoleto. Come? Intanto ridisegnando, utilizzando e potenziando tratti di piste già esistenti sia lungo il Tevere che sulla traiettoria Trasimeno-Assisi-Spoleto. Poi trasformare in realtà le varie e vaghe intenzioni istituzionali di itinerari ciclabili a partire da quel mega-progetto regionale sul riordino delle infrastrutture di mobilità ecologica .Quindi rendere fattibile la proposta di 100 chilometri di pista ciclabile per visitare il cuore verde dell’Umbria collegando San Francesco a San Benedetto, attraverso Spoleto, Campello sul Clitunno, Trevi, Montefalco, Foligno, Bevagna e Cannara, per approdare ad Assisi, lambendo i torrenti Marroggia, Teverone, Timia e il fiume Topino. Al centro di questo progetto, in parte già finanziato, c’è il consorzio della bonificazione umbra, con sede a Spoleto, che ha nel suo futuro una serie interessante di tracciati ciclabili. Questi entrerebbero in rete con quelli già esistenti, comprendenti anche il tratto lungo l’ex ferrovia Spoleto-Norcia. Si attendono iniziative volte a favorire la “mobilità dolce” in una pista che colleghi l’anello ciclabile del Trasimeno con Perugia. Perché tanto interesse per la bici? Essenzialmente perché se ne percepiscono l’utilità, la versatilità e il piacere, contro la dittatura delle quattro ruote. Boris Johnson per far largo ai ciclisti ridisegna l’asse viabilistico di Londra da Ovest a Est investendo oltre un miliardo di euro. Con il sapore di una rivoluzione dei trasporti immaginata per rendere la città più viva, più pulita e più agile. Al contrario, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, pur muovendosi sempre in bici, non ha saputo rendere la capitale un po’più bike-friendly. In Umbria di sindaci in bici ne ho incrociati pochi. Tra questi, Nando Mismetti a Foligno offre un’ immagine di ciclista da seguire. I motivi della rivincita della bici sull’auto sono spiegati bene da Ivan Illich che sul recente libro Elogio della bicicletta (Bollati Boringhieri) teorizza una “ristrutturazione sociale dello spazio che faccia continuamente sentire a ognuno che il centro del mondo è proprio lì dove egli sta, cammina e vive”. Un mondo a misura di bici a quindi a misura di uomo. E allora pedala per abbreviare le distanze, pedala per fare esercizio e sentirsi in forma, pedala per divertirsi. Pedala per essere cool, fashion, trendy, ma anche figo. Insomma pedalare come filosofia di vita. Lo hanno capito così bene molte amministrazione dell’Italia del Nord che, da sogno, hanno trasformato in progetto di 679 chilometri di ciclabile delle rive del Po da Torino a Venezia. Chissà se il mio sogno molto più modesto si potrà realizzare in Umbria? Intanto ci provano Assisi e il suo sindaco Claudio Ricci che hanno dato vita all’evento “Passione Bicicletta” per coniugare la scoperta del territorio con la pratica della bici.