Francesco. Un nome che evoca sempre “pace e bene”, desiderio di spiritualità, rispetto per gli altri, amore per il creato, ricchezza artistica. É un messaggio semplice che oramai si rinnova da otto secoli, facendo di Assisi un centro di riferimento e di attrazione per credenti e non, oltre che a un punto di diffusione nel mondo dei valori francescani. Assisi, per il suo peculiare fascino universale, richiama turisti da tutto il mondo. Nell’immediato dopo-guerra e fino agli anni ’80 era la sede più gettonata delle mete del turismo religioso. Tutti ricordano i treni speciali di tedeschi che raggiungevano S. Maria degli Angeli e Assisi, per goderne la bellezza e l’atmosfera di semplicità e di ascesi. Poi il fenomeno si è ridimensionato, anche per la recessione che ha colpito il mondo occidentale, fino a raggiungere un basso plateau stazionario negli ultimi anni. Poi è venuto Francesco, il Papa argentino, il quale anche con il nome che si è dato, ha rinnovato l’interesse turistico (è blasfemia?) per la città del poverello. Certo, Jorge Mario Bergoglio, rifacendosi allo spirito del Santo, vuole cambiare nel mondo il volto del Cristianesimo che non può ridursi a un algido compendio di leggi, norme, dottrine e divieti, ma, come egli suggerisce, “un’esperienza di vita”. Quindi in Papa Francesco c’è il rilancio della missione religiosa, di un compito condiviso rivolto alla periferia, dove molti uomini vivono ancora nei bassifondi della storia. E la risposta di questa periferia ove convivono cristiani, ma anche agnostici ed atei, si sta manifestando anche in forma di turismo religioso. Sotto l’impulso dell’insegnamento di Francesco si vuole tornare alle fonti di quella semplicità inclusiva di iniziative di trasformazione del mondo con la forza della testimonianza. Come fece S. Francesco. Ad Assisi. Ecco allora il turismo religioso e il probabile boom di turisti nella città francescana. Secondo Trivago Italia e come ricordato da Ricci, Sindaco di Assisi, a pochi giorni dalla proclamazione del Papa, la città del poverello ha visto un raddoppio delle ricerche alberghiere stimato intorno al 122% in più rispetto ai dati dello stesso periodo degli anni precedenti. Certo, commenta ancora Ricci, “bisogna vedere quanto si traduce in arrivi nelle strutture alberghiere nei 12 mesi successivi”. In altre parole: è un risveglio primaverile del turismo religioso o la primavera del medesimo turismo attivato da Papa Francesco? Secondo gli esperti del settore e sulla scorta di esperienze acquisite dovrebbe esserci un incremento di arrivi del 10-15%. Ma attenzione! Non si può vivere solo aspettando il Papa Francesco per incrementare e consolidare il turismo religioso ad Assisi e in Umbria; occorrono una volta per sempre iniziative politiche serie, convincenti e sostenibili da parte di tutte le istituzione regionali. In tal senso il Comune di Assisi già si sta adoperando, anche in previsione dell’auspicabile visita dei luoghi francescani del neo Papa.