La Corte di cassazione ha chiarito che lo scarso livello di acculturazione non può giustificare l'evasione fiscale, che va comunque repressa e punita
La legge non ammette ignoranza; questo era già chiaro a tutti da tempo. Quello che la Suprema Corte, di recente, ha ulteriormente precisato è che neppure l'analfabetismo può giustificare la violazione del sistema giuridico, soprattutto quando si tratta di norme in materia fiscale. In particolare, la seconda sezione penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 5969, ha confermato la condanna per i reati di falso ideologico di privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato inflitta ad un 45enne siciliano che, per poter beneficiare dell'assegno familiare dal Comune di Palermo, aveva dichiarato un reddito pari a zero. Per tentare di ribaltare il duplice verdetto di colpevolezza espresso sia dal Tribunale che dalla Corte d'Appello di Palermo, il finto nullatenente aveva proposto ricorso in Cassazione, sostenendo di non essere punibile in quanto, a causa della sua condizione di analfabeta, non era a conoscenza della norma prevista dall'art. 65 della legge 448 del 1998. La Suprema Corte, nel respingere il ricorso, ha affermato che nel caso in questione non ricorre alcun errore scusabile, sottolineando il carattere doloso della condotta adottata dall'evasore, il quale non poteva certo ignorare di possedere beni immobili e di aver prestato attività lavorativa per la quale era stato remunerato. Con questa sentenza il Giudice delle leggi ha anche chiarito che lo scarso livello di acculturazione non giustifica in alcun modo una condotta penalmente rilevante come quella di evadere il fisco, trattandosi di norme che devono essere conosciute da tutti. Pertanto né l'analfabetismo, né l'istruzione inadeguata possono scusare l'evasione fiscale, che viene comunque repressa e punita, indipendentemente dall'effettiva conoscenza della relativa disciplina da parte del frodatore. È quindi consigliabile reperire in ogni modo le informazioni necessarie a mettersi in regola col fisco perché l'evasore, anche se ignorante, rimane un evasore e come tale è chiamato a pagare.