71° Festival del Cinema di Cannes

21.05.18 , Recensioni , Marinella Cucciardi

 

71° Festival del Cinema di Cannes

Per questa 71a edizione del Festival di Cannes gli organizzatori hanno voluto creare la vera atmosfera di anteprima: gli anni precedenti, il film di apertura usciva nelle sale già la mattina dello stesso giorno della cerimonia inaugurale e la proiezione perdeva così il suo carattere di esclusività. Spostando l'inizio del Festival da mercoledì a martedì, l'effetto «evento» ha caricato di un'ulteriore elettrizzante attesa la serata, come ha dichiarato Thierry Frémaux, delegato generale del Festival.

Dopo la spensieratezza e l'allegria di Claudia Cardinale nel 2017, per il manifesto del 2018 è stata scelta la coppia mitica di Jean-Paul Belmondo e Anna Karina. Tratta dal film Pierrot le fou de Jean-Luc Godard (1965), l'immagine del bacio immortalata dal famoso fotografo Georges Pierre, è piena di colore, luce e romanticismo.

Per questa edizione considerata la meno «hollywoodiana» per l'esigua partecipazione di star e blockbuster americani, è stata scelta come presidente della giuria, forse proprio non a caso, un'icona del cinema statunitense, l'elegante e bellissima Cate Blanchett. Di casa sulla Croisette con le sue 6 participazioni, l'attrice è stata affiancata da Kristen Stewart, lanciata dalla trilogia Twilight, da Léa Seydoux, rivelazione come miglior attrice a Cannes nel 2013 per il film La Vie d’Adèle, dai registi Robert Guédiguian, Denis Villeneuve (recentemente premiato con 2 Oscar per il suo Blade Runner2049) e il russo Russe Andreï Zviaguintsev, che con Faute d'amour ha vinto nel 2017 a Cannes il Premio della Guiria e il César del miglior film straniero. Hanno completato questa giuria a maggioranza femminile, la regista Ava DuVernay, la celebre cantante burundese Khadja Nin e l'attore taiwanese Chang Chen.

21 i film della selezione ufficiale di quest'anno, che ha rispettato la promessa di Thierry Frémaux, che aveva annunciato un forte rinnovamento generazionale "con cineasti di cui non avete mai sentito parlare o molto poco e che non vi attendavate di trovare al Festival».

A parte grandi nomi come Jean-Luc Godard (Le Livre d'image), Spike Lee (BlacKkKlansman), e qualche habitué come Matteo Garrone (Dogman), Jia Zhangke (Ash is Purest White) e Christophe Honoré (Plaire, aimer et courir vite), il Festival ha scelto di sacrificare la celebrità per promuovere la scoperta di giovani autori. Spazio quindi ad esempio, all'egiziano A.B. Shawky (Yomeddine), all'americano David Robert Mitchell (Under the Silver Lake), al polacco Pawel Pawklikowski (Cold War), solo per citarne alcuni. Grande attenzione anche a soggetti politici: in scena quindi la mondializzazione con En guerre diStéphane Brizé, la lotta delle donne curde con Les filles du soleil di Eva Husson, e due registi agli arresti domiciliari nei loro rispettivi paesi, l'iraniano Jafar Panahi (Three Faces) e il russo Kirill Serebrennikov (Leto).

Film d'apertura, Everybody knows, di Asghar Farhadi, con l'attesissima e seducente coppia di star Javier Bardem e Penélope Cruz.

Grande suspence sul film di chiusura; fino all'ultimo infatti la proiezione di The man who killed Don Quixote, travagliato lungometraggio di Terry Gilliam al centro di una controversia legale tra due case di produzione che si contendono i diritti, era incerta. Per il piacere di tutti, questo film così singolare è stato presentato in anteprima al pubblico e ai critici presenti a Cannes.

Il Festival ha potuto riaffermare la sua identità di spazio libero al servizio del cinema e al di sopra delle polemiche.

Anche la scelta dei vincitori della varie categorie ha suscitato qualche discussione, ma Cate Blanchett ha affermato che la scelta della giuria ha privilegiato l'aspetto artistico e i film premiati sono stati quelli che più hanno commosso i giurati.

Tra i principali riconoscimenti, la Palma d'oro è stata attribuita a Une affaire de famille del giapponese Hirokazu Kore-eda; il Gran Premio è stato vinto da BlacKkKlansman di Spike Lee mentre il Premio della Giuria da Capharnaüm della libanese Nadine Labaki.

L'attrice Samal Yeslyamova è stata scelta per la Migliore interpretazione femminile e grande soddisfazione per l'Italia per la scelta di Marcello Fonte, in Dogman di Matteo Garrone, come Migliore interpretazione maschile. Palma d'oro Speciale a Jean-Luc Godard.

Il Festival del Cinema di Cannes è sempre e comunque un "evento" e il lancio del fuori concorso Solo: A Star Wars Story, secondo spin-off della saga, con protagosnista il famoso pilota del Millennium Falco, ha garantito ai fans e agli amanti della Croisette l'atmosfera elettrizzante di una vera anteprima hollywoodiana, grazie a una serata piena di sorprese, culminata con fuochi d'artificio ritmati dall'inconfodibile colonna sonora. 

Cannes Classic ha celebrato quest'anno i 50 anni di un film cult della storia del cinema, 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, uscito nel 1968, mentre per la sezione «Un Certain Regard», presieduta dall'affascinante Benicio Del Toro, sono state presentate opere scelte per la loro originalità e il premio è stato vinto da Gräns di Ali Abbasi.

Come ogni anno, il Festival oltre a celebrare il cinema, è anche un appuntamento con il glamour, di giorno, con la «caccia» alle star e all'autografo, di sera con feste esclusive, sui mega yacht, ville private e spiagge.

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