Il mondo delle app tra creatività e sviluppo nella moda

Le applicazioni fashion più innovative

01.12.18 , Moda , Collaboratore Riflesso

 

Il mondo delle app tra creatività e sviluppo nella moda

Rivoluzionaria e sempre più innovativa, la tecnologia ha rappresentato per anni non solo uno strumento indispensabile, ma anche una concreta minaccia del sistema moda.

Il tramonto delle riviste cartacee e il potere delle piattaforme online nell’aver surclassato lo shopping in negozio, sono solo alcuni esempi di come la tecnologia si sia pericolosamente insidiata nel settore.

Sono le attività commerciali ad averci rimesso maggiormente, soffrendo della praticità delle piattaforme oramai proposte dalla quasi totalità dei brand.

A dar loro ancora più forza, sono state le funzioni sviluppate negli ultimi anni, che, volte allo scopo di soddisfare i desideri del cliente, offrono non solo un metodo di shopping efficiente ma ci rendono anche spettatori della cosiddetta realtà aumentata.

Uno dei marchi intramontabili ad averne preso parte, è Converse, con la sua app chiamata The Sampler. Progettata allo scopo di facilitare la scelta tra tutta la gamma di modelli di sneakers, permette di indossare virtualmente ogni modello del catalogo digitale inquadrando il nostro piede con la fotocamera del cellulare. Prima di procedere all’acquisto, offre la possibilità di scattarci una foto e condividerla sui social, per rendere l’esperienza virale.

Ad essersi aggregati a queste tecnologie, troviamo anche giornali e riviste.

Una delle tante è la statunitense W Magazine, che per la copertina del numero di Settembre 2017 ha optato per uno scatto del fotografo Steven Klein della cantante Katy Perry.

In collaborazione con lo studio di produzione di effetti visivi The Mill, W Magazine ha proposto una scansione 3D della copertina mediante la loro app, Beyond the Page. Attraverso la fotocamera del dispositivo infatti, la fotografia raggiunge sembianze 3D inaspettate che prendono vita nei nostri schermi.

Nel rivoluzionare il mondo della moda influiscono inoltre numerose aziende, come la giapponese Zozo. Quest’ultima ha progettato una tuta, la Zozobodysuit, che grazie a circa quattrocento markers è in grado di tracciare ogni misura del nostro corpo ricostruendolo a 360°. Fotografando poi con il telefono le zone che ci interessano e utilizzando la app, potremmo salvare i dati e averli sempre disponibili per i nostri acquisti.

Nonostante l’indubbia utilità di queste applicazioni, non mancano le opinioni contrastanti.

Due sono le principali correnti di pensiero, che vedono rispettivamente un’innegabile rivoluzione da parte di queste piattaforme ma anche un declino dell’importanza della qualità dei prodotti di moda. Nonostante infatti la pigrizia del compratore tragga giovamento dal metodo di acquisto offerto dalle app, va riconosciuto quanto esse allontanino il cliente dall’esperienza in negozio, unica a poter garantire un contatto diretto con l’indumento, il materiale, e la prestigiosità di un capo artigianale.

Che sia necessario limitare queste piattaforme per lo shopping online ai marchi low cost, così da poter tornare ad apprezzare per esempio l’incanto dell’alta moda e l’esperienza in negozio?

Questa è solo una delle tante opinioni popolari, alimentata dal secondo maggiore svantaggio evidenziato dagli amanti della moda, ovvero la limitazione della fidelizzazione del cliente ad un determinato marchio. Infatti, come ben si sa, uno degli obbiettivi principali delle case di moda è quello di instaurare un solido rapporto con il cliente, puntando sulla continua alimentazione del desiderio dei propri prodotti. Che la facilità con il quale possiamo raggiungere ogni prodotto desiderato porti alla minimizzazione della credibilità di un marchio, è un timore condiviso da molti, con l’aggravante dell’affievolimento del legame psicologico che si instaura con il marchio stesso. In conclusione il dibattito è ancora aperto. La controversia impera. Nel frattempo...teniamo d’occhio l’Apple Store.

Lavinia Feliziani

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