Alchimie tra arte e moda

Mercoledì, 03 Gennaio 2018,
Moda,
Gli incontri di anime, quando avvengono, sono sempre dei piccoli miracoli: ci si riconosce, ci si sceglie.Quando ad incontrarsi e fondere la loro potenza espressiva sono due geni creativi come Salvador Dalì ed Elsa Schiaparelli, si assiste alla nascita di straordinarie alchimie.    Da una parte l’esponente del Surrealismo per eccellenza, provocatore, eccentrico, che amava creare scandalo e attirare l’attenzione, che connotava l’abito come una duplicazione del proprio io, una libera espressione del sé. Dall’altra la geniale ironia di una donna anticonformista, coraggiosa e stravagante.Entrambi hanno fatto dell’arte una costante nella loro vita, e cosa più dell’arte ha lo straordinario potere di avvicinare il nostro profondo arrivando diritta al cuore di chi è aperto ad accoglierlo?Ambedue sentirono l’esigenza di esprimere la propria essenza liberandosi dalle catene della razionalità e del conformismo, attingendo alle viscere più profonde. La loro amicizia portò il Surrealismo in passerella, il vestito diventò un mezzo per svelare e proiettare la dimensione interiore della donna e – attraverso decorazioni e accessori stravaganti e fantasiosi – l’abito diventò un’opera d’arte da indossare. Le originali e talvolta buffe creazioni nate da questa straordinaria collaborazione incuriosiscono,  fanno discutere, hanno la capacità di restare impresse nella memoria e difficilmente si dimenticano, perché lasciano il segno.La libertà  che serve per lasciar fluire liberamente le immagini dall’inconscio, secondo un fluire irrazionale che appartiene alle forze più profonde dello spirito, è la stessa che si  deve avere per indossare con disinvoltura un cappello a forma di scarpa rovesciata, guanti con unghie laccate di rosso o un abito scheletro, opere d’arte, vestiti, simboli.   L’abito diventa una tavolozza su cui anche le paure e i desideri più segreti  prendono forma, dove sensuali bocche femminili spuntano, dove gli impulsi sessuali si manifestano uscendo come cassetti da un tailleur e dove la carica erotica conferita a un'aragosta si trasferisce sulla seta bianca.Modelli esclusivi destinati a una donna estrosa, libera, consapevole, che comunica fortemente la propria individualità rifiutando di seguire le regole del senso comune e anche quelle della comunicazione del proprio aspetto.A celebrare il grande contributo che Dalì ha dato alla moda sarà una mostra al Palazzo Reale di Milano da febbraio a giugno 2018, dal titolo, appunto “Dalì e la moda”.Si può ancora dire che arte e moda sono due universi separati? Caterina Salerno

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