Sono nato ad Assisi, in Umbria, ventotto anni fa.
Sono partito per fare della mia inquietudine una ricerca. A Londra ho lavorato da Abercrombie e nei negozi di moda per diventare modello e pagarmi una celebre scuola di recitazione a New York, inseguendo le mie passioni.
Poi ho scoperto il web, la piattaforma più democratica al mondo, dove non esistono spintarelle né raccomandazioni, dove sono gli altri a decidere se quello che hai da dire è interessante. Il mio lavoro è raccontare le mie esperienze ad un pubblico formato, più che da followers, da amici. È così che mi approccio al mio lavoro, è per questo che funziona così bene: nessuna recita, nessuna maschera. Il blogger è una persona che ha un rapporto e una responsabilità con i suoi follower che è diversa da quella di altri professionisti dell’immagine.
Le persone che ti cliccano, vogliono sapere come vivi. Cosa pensi. Come ti muovi. Com’è la tua giornata. La mia è semplice, semplicissima. Ma mi riempie il cuore. Mostro ai miei followers quello che faccio e come lo faccio. Non li illudo, non ricorro a trucchi. Ho cominciato a farlo a New York e la gente ha apprezzato. Spiego semplicemente ai miei followers come vivo, come mi vesto, come organizzo la mia giornata. Come ci si diverte in moto, sul parapendio, sullo snowboard. Spiego come mi piace abbinare una maglietta ad una pochette: non sono certo cose che cambiano la vita, ma mettono di buon umore. Sono, più che un personaggio pubblico, un amico di cui fidarsi.
Ho iniziato cercando.
A New York cercavo negozi dove si comprasse moda con pochi soldi, cercavo occasioni per conoscere musicisti o attori. Ma cercavo anche gli orari della metro, è iniziato così il mio viaggio nel web. A un certo punto mi sono chiesto cosa mancava. Nessuno si occupava di moda maschile. Nessuno ti parlava delle tendenze, delle novità. Eppure New York è una città che ribolle di idee, proprio nella moda maschile. “Possibile?”, mi sono chiesto. Sul web seguivo ogni tendenza. C’era tanto sulla moda femminile, ovviamente. Potevo sapere tutto su ogni tipo di musica, su ogni locale che faceva tendenza. Ma non avevo alcun punto di riferimento online per la moda maschile. Non mi riferisco all’alta moda, parlo di quello che scelgono i ragazzi.
C’erano tanti che si fotografavano tra loro o qualcuno che postava immagini sul web, raramente professionali, per dire: guardate quanto è strano o curioso o buffo quel tipo lì. Ma nessuno che provasse a ricavarne uno stile, o provasse a ricavarne uno stile. Ho visto un’opportunità, ed ho provato a coglierla.
Da fashion blogger a Top influencer
In poco più di un anno sono passato dall’essere un fashion blogger che raccontava le tendenze, all’influencer che le proponeva. Un lavoro creativo, ma carico di grandi responsabilità. Non sei più solo un testimonial, nel web sei amico di chi ti segue. Una grande responsabilità, a mio avviso. Quando scegli i prodotti che proponi ai tuoi followers, devono sempre essere coerenti al tuo stile. Non solo: l’influencer toglie dagli scaffali, anche da quelli virtuali, i prodotti che sceglie, interpretandoli e dandogli una personalità. Per questo è un lavoro che va preso seriamente, attraverso un’attenta selezione dei brand con cui lavorare.
Da MDV STYLE a NOHOW
Il passo naturale è stato l’inizio della mia carriera imprenditoriale. Ho fondato nohowstyle.com , un e-commerce e brand dai connotati stilistici ben precisi, formato da una crew di giovani davvero in gamba, che interpretano al volo le tendenze del momento.
Nohow comunica brand, stili che ci piacciono, privilegiando stili giovani, di prospettiva, brand che interpretino in maniera personale il proprio stile adattandolo a quello dello street style più attuale.
Il mio modo di pormi con Nohow è diverso, in quanto imprenditore e non personaggio pubblico, ma credo funzioni perché l’idea di fondo è la stessa.
Offro spontaneità, trasparenza, chiedo fiducia e amicizia. Come quando ho cominciato: la rete, grande palestra democratica di talenti, ospita chi ha qualcosa da dire. Lo premia o lo respinge. Il giudizio del web è inappellabile. Tutti noi proponiamo, anche con Nohow, ma qui il popolo è davvero sovrano. Per questo sono così orgoglioso del fatto che ci seguano in così tanti (più di un milione, su Instagram). Ci seguono sempre di più. Tutti straordinari, appassionati come chi lavora con noi.
Come continua il sogno?
Come vorranno i miei amici, tutti quelli che mi seguono, che hanno desiderio ancora di fare un’altra parte del cammino insieme a me. Io non cambio, resto volentieri con voi, garantendo un’amicizia trasparente. Anche quando tutto sarà ancora più veloce e volerà alla velocità di chissà quale algoritmo, il mio blog rimarrà capace di farci comunicare, di diminuire le distanze e farci sentire vicini. E ci saranno sempre tanti fili che mi legheranno ai miei followers, per molto tempo. Sono convinto che il meglio, debba ancora venire.
Credits: estratti, riflessioni sparse e foto dal libro “My Dream Job” di Mariano Di Vaio, edito da Mondadori.
Mariano Di Vaio