TikTok e il beauty: la piattaforma è la next big thing della bellezza della gen Z

14.03.20 , Lifestyle , Collaboratore Riflesso

 

TikTok e il beauty: la piattaforma è la next big thing della bellezza della gen Z

Umorismo, notizie, sport, e attivismo: non c’è argomento che i mini-video di TikTok non possano affrontare. Bastano quindici secondi (anche se si possono toccare i 60) e la piattaforma può renderti una piccola celebrità e coinvolgere una comunità globale. Anche per questo ha un forte impatto sulla cultura pop: Lil Nas X ha lanciato la hit Old Town Road proprio qui, a febbraio dello scorso anno, e gli utenti hanno fatto il resto.

Se TikTok è il regno della pubblicità e della fama per migliaia di giovani talentuosi, il beauty non fa eccezione. I millennial erano diventati famosi con tutorial Youtube e Instagram, mentre la generazione Zeta (i nati dal ’96 al 2010) tiene con forza le redini del social cinese da mezzo miliardo di utenti attivi al giorno. Il melting pot di spunti e idee nato dalla defunta Musical.ly nasconde potenzialità milionarie proprio per il settore bellezza: anche qui è possibile piazzare prodotti attraverso gli e le influencer (basti pensare al “foundation hack” inventato dall’utente Jarida, che consiglia un impressionante numero di articoli), e si riesce a raggiungere un bacino d’utenza che non sfoglia le riviste, né guarda la tv generalista: i giovanissimi. Il livello di bravura e specializzazione è alto: siamo ben oltre l’ossessione tutta americana per il contouring e le ombreggiature occhi. Sfide di bellezza (challenge) e duetti tra make-up artist rendono possibili un numero enorme di sperimentazioni, facendo di TikTok una community dal supporto facile: la creazione di un trend dipende molto più dalla collaborazione che dall’essere messi uno contro l’altro.

I trend sono vari e divertenti: tinte dai colori pastello e neon, dal rosa caramella al verde-Billie Eilish, con unghie coloratissime e iper-decorate. Si può definire nipponico lo stile che ha preso piede per quanto riguarda blush e labbra, un rosa tenue e luminosissimo, fiabesco e quasi infantile - molto deve all’immaginario anime che popola le sub-culture occidentali grazie a cosplay e videogiochi. È proprio per assomigliare alle protagoniste di manga, anime e videogame che spopolano caschetti fucsia e tutine colorate, per non parlare dei cuoricini neri su guance e zigomi, il marchio delle “e-girl” (prima tra tutte Jules di Euphoria, teen transgender con capelli unicorno e divise alla Sailor Moon).

Un altro trend esploso sulla piattaforma è il VSCO: borracce ecologiche, elastici spessi stile anni ’80, apple pods e il ritorno di Crocs e Birkenstock. Uno solo è l’imperativo: stupire. Ma questa è la regola universale su TikTok, e per far evolvere continuamente gli stili e renderli più belli ed estremi i DIY (fai-da-te) impazzano, anche mescolandoli con recitazione e ballo.

L’impatto della piattaforma è talmente massiccio che alcuni critici parlano di promozione di un nuovo standard di bellezza, più improntato all’accettazione di un sé reale, oltre FaceTune e le modalità tossiche di photoshopping usate dagli influencer di Instagram per ottenere e mantenere la popolarità (e che hanno spinto mamma Zuckerberg ha rimuovere il conteggio pubblico dei like). Dopotutto questo è già l’imperativo categorico di grossi marchi come il popolarissimo Fenty della cantante e imprenditrice Rihanna e il cruelty-free Glossier, diventato celebre marchio di skincare a partire da un semplice beauty blog.

Per trovare questi contenuti basta scegliere alcuni influencer, e il resto lo fa la sezione “per te”: una selezione dei preferiti sulla base dei like già assegnati e dei contenuti più popolari (molto fanno gli hashtag nella regolazione di un algoritmo efficiente).

Tutto sembra gridare, fatti un video per come sei e ai fan andrai bene così. Può però sembrare un paradosso, questa estrema accettazione e flessibilità, se si pensa che uno dei filtri più popolari dell’app è il trucco automatico che da mesi ha spinto l’utenza soprattutto orientale a rinunciare a elaboratissimi make-up per affidarsi completamente all’intelligenza artificiale. Certo, molti comici la utilizzano in senso ironico ed esagerato, ma conviene sempre chiedersi se la promozione di una cura della persona più improntata alla salute mentale e alla body positivity non sia l’ennesima scorciatoia per incrementare i download e assumere l’ambito titolo di “app che i giovani li capisce davvero”.

Giulia Giaume

LIFESTYLE ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI