Dieta mediterranea come stile di vita

Lunedì, 15 Giugno 2015,
Ci sarà un valido motivo per cui la dieta mediterranea è stata inserita (2009) dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità? Non uno ma molti. Intanto la dieta non deve essere intesa come programma dietetico ma come uno stile alimentare e di vita ispirato alla tradizione mediterranea. Anche perché il termine dieta si riferisce all’etimo greco “stile di vita”, cioè all’insieme delle pratiche quotidiane, dei saperi e degli spazi culturali che definiscono quelle popolazioni del Mediterraneo le quali nei secoli hanno prodotto una sintesi tra modus vivendi, tradizioni, lavori, pratiche mitiche e religiose, organizzazione sociale intorno al culto del mangiare. Le tecniche alimentari comprendono allora le colture e la raccolta, la conservazione, la trasformazione, la preparazione, la cottura e il consumo del cibo. Abitualmente in comune come base dei costumi sociali caratterizzanti una o più popolazioni. Le componenti storiche, la condivisione, le ritualità hanno dato origine a un corpus di conoscenze e a  pratiche di civiltà che hanno segnato  e  ancora scandiscono i segmenti dello stile mediterraneo che è  molto di più  di una semplice dieta. La  quale, come eccellenza mondiale, è costituita da cereali, legumi, frutta, verdura. pesce (in modica quantità), poca carne (bianca) e latticini. Il tutto condito con olio vergine di oliva e innaffiato con un bicchiere di vino a pasto e molta acqua. Anche se il “padre” della dieta mediterranea è stato il medico nutrizionista Lorenzo Pirrodi (Genova 1911-1999), chi l’ha immessa nella pratica culinaria e nell’area medica è stato lo scienziato americano Ancel Keys (1904-2004) promotore dell’ampia  ricerca nota come Seven Countries Study e autore del libro Eat well ad stay well, the Mediterranean way. Keys aveva  rilevato una bassissima incidenza di malattie coronariche (infarto miocardico, angina pectoris) negli abitanti di Nicotera (Vibo Valenza) e nell’isola di Creta, malgrado l’elevato uso di grassi vegetali  forniti dall’olio di oliva. I risultato del Seven Countries Sudy confermarono la sua ipotesi, cioè la stretta relazione tra dieta mediterranea e incidenza di morte per malattie coronariche. La notizia scientifica si diffuse nel mondo e da allora il binomio: stile mediterraneo-malattia cardiaca è entrato nel lessico di milioni di persone. Lo stesso keys, insieme a ricercatori americani ( Jeremiah Stamler) e italiani (Alberto Fidanza) si è trasferito per 40 anni a Nicotera ove è morto a cento anni. C’è da credere che abbia fatto largo uso della dieta mediterranea. Un altro motivo dell’ appropriatezza della nomina della dieta mediterranea a Patrimonio Culturale dell’Unesco è la garanzia di un“invecchiamento di successo” cioè la prevenzione di quelle malattie che si manifestano con l’avanzare dell’età in rapporto all’alimentazione, quali il morbo di Parkinson e di Alzheimer, oltre ovviamente a quelle cardiovascolari. In sintesi i punti cardine della dieta mediterranea sono maggiore consumo di proteine vegetali  rispetto a quelle animali; scarso uso di grassi saturi animali vegetali rispetto a quelli saturi animali; aumento dei carboidrati complessi a sfavore di quelli semplici; riduzione della quota calorica totale; elevata introduzione di fibre vegetali;  prevalente consumo di pesce e di carne bianca rispetto a quelle rossa. La pasta condita con i frutti della terra aiuta a vivere meglio e più a lungo. Comunque l’attività fisica quotidiana esalta gli effetti salutistici della dieta mediterranea.  Senza dimenticare che la  lo stile  di vita e la dieta alimentare contribuiscono a tenere sotto controllo il peso corporeo. Come? Viene indicata la nuova dieta mediterranea che, anche se ha un basso apporto  calorico (1200 calorie al giorno) riesce a offrire tutto ciò che è necessario per mantenersi in buona salute, pur perdendo peso. Questo fine può essere raggiunto seguendo queste percentuale di nutrienti: 55% carboidrati; 15-20% proteine; 25% grassi. Un aiuto valido è offerto dalla cosiddetta versione light del piatto, ad esempio grigliando le verdure e mangiarle in abbondanza.

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