Il rugby e la palla ovale, la metafora della vita

Sabato, 09 Febbraio 2013,
 
Vi siete mai chiesti perché nel rugby la palla ha una forma ovale? La ragione non è solo pratica, ma è soprattutto simbolica. Lungi dall'essere un'arma da scagliare nella porta avversaria come avviene nel calcio, ha invece valore di "premio", da condurre fino ad un punto sicuro per realizzare una meta. In tal senso va colta al volo, quando la vedi arrivare, e senza esitazione. La palla poi non è fatta per essere trattenuta: va passata, ma all'indietro, in un gesto di umiltà che diventa virtù strategica e regola universale. Se non passi, non fai partecipare gli altri e il gioco non funziona più. Per avere, prima bisogna dare. Per certi versi può essere considerata una metafora di vita. Occorre mettere in circolo i talenti, per farli "fruttare". Non a caso, come spiega il coach della Barton CUS Perugia, Andrea Tagliavento, "nel rugby c'è ben più del rugby". È uno sport per gentiluomini che conoscono il rispetto per le regole e l'avversario. E della sua esperienza d'oltremanica, dei suoi trascorsi con i London Wasps, attuali campioni in carica della Premiership inglese, dei nove anni giocati ne L'Aquila Rugby, la squadra perugina sta facendo tesoro. L'allenatore spoletino ha colto al volo l'opportunità di terminare la carriera da giocatore proprio a Perugia, nel ruolo di terza linea centro, e di iniziare al contempo quella da allenatore. La Barton, da lui allenata per la terza stagione consecutiva, ha disputato un buon inizio di stagione, e si trova ora in testa alla classifica del secondo girone di serie B. Mister Tagliavento, che tipo di ambiente ha trovato quando è arrivato a Perugia e come ha cambiato la squadra? "Qui il rugby era concepito più come un dopo lavoro, senza molto rigore. Ho trovato il rispetto per la maglia indossata, ma non c'era un planning di lungo periodo. Ho cercato di dare una struttura e delle regole ferme, in un sistema più professionistico. C'era del potenziale talento nei giocatori, che non veniva valorizzato." Nella squadra ci sono dei giocatori dai quali non può prescindere? "Nel rugby vince la squadra, non il singolo. Cerco di fare una turnazione di chi scende in campo, in modo da arrivare a disputare le finali con giocatori collaudati." Lei crede che la squadra possa centrare l'obiettivo della massima serie? "Lo scorso anno c'erano cinque squadre al comando, con molti punti di distacco dalle rimanenti. Quest'anno il campionato è più equilibrato, ma abbiamo un vantaggio importante sulla seconda in classifica e ci siamo rinforzati. Ritengo più interessante puntare alla serie A1, ristrutturando la squadra, piuttosto che disputare la serie A2 dove retrocede un terzo delle formazioni."

LIFESTYLE ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI