“Surrogati. Un amore ideale” a Milano

23.01.19 , Eventi , Elisa Giglio

 

“Surrogati. Un amore ideale” a Milano

Fondazione Prada presenta la mostra “Surrogati. Un amore ideale”, a cura di Melissa Harris, dal 21 febbraio al 22 luglio all’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.

Attraverso una selezione di 42 opere fotografiche di Jamie Diamond ed Elena Dorfman, il progetto esplora i concetti di amore familiare, romantico ed erotico. Entrambe le artiste scelgono un aspetto specifico e insolito di questo tema universale: il legame emozionale tra un uomo o una donna e una rappresentazione artificiale dell’essere umano. Come spiega Melissa Harris, “i lavori di Diamond e Dorfman presentati in occasione di ‘Surrogati’ documentano in modo vivido e senza pregiudizi le interazioni tra gli uomini e i loro compagni inanimati ma realistici”.

Nelle serie “Forever Mothers (2012-2018)” e “Nine Months of Reborning (2014)”, Jamie Diamond ritrae la vita di una comunità outsider di artiste autodidatte chiamate Reborners, che realizzano e collezionano bambole iperrealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità. In un altro progetto presentato in mostra dal titolo “I promise to Be a Good Mother (2007-2012)”, Diamond impersona la madre perfetta, indossando gli abiti di sua madre e interagendo con Annabelle, una bambola reborn. L’ispirazione e il nome del progetto derivano da un diario che l’artista teneva da bambina. Inizialmente impostato come una messa in scena di alcuni ricordi della sua infanzia, il progetto si è in seguito evoluto in un’esplorazione della complessità degli stereotipi sociali e delle convenzioni culturali che circondano e danno forma alle relazioni tra madre e figlio, contribuendo al contempo a immaginarne una rappresentazione idealizzata o artistica.

“Still Lovers (2001-04)” la serie di fotografie che ha dato visibilità internazionale a Elena Dorfman, è incentrata sulle persone che condividono la propria quotidianità domestica con realistiche bambole erotiche a grandezza naturale. Le sue fotografie si addentrano nei legami che si instaurano tra umani e donne sintetiche perfettamente riprodotte e obbligano l’osservatore a riconsiderare la propria visione di amore e riflettere sul valore di un oggetto in grado di sostituire un essere umano. L’intento dell’artista non è quello di enfatizzare la devianza rappresentata da questi surrogati sessuali, ma di svelarne il lato nascosto ritraendo l’intimità tra carne e silicone.

Jamie Diamond ed Elena Dorfman hanno ritratto i surrogati come creature desiderate e idealizzate, oggetti-feticcio dotati di una “vita propria” condivisa con madri o partner in carne e ossa, e a volte con i loro parenti più stretti.

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