“Millennium Gardens”

02.03.23 , Eventi , Collaboratore Riflesso

 

“Millennium Gardens”

Due artiste dallo sguardo disincantato sulle relazioni, amorevolmente ironico e a volte feroce. Irene Balia e Loredana Galante, i cui lavori incarnano una femminilità apparentemente rassicurante, sono le protagoniste della mostra “Millennium Gardens” che la galleria Area\B di Milano presenta dal 9 marzo al 5 maggio. La doppia personale, curata da Alessandra Redaelli, mette in dialogo due autrici la cui produzione è accomunata da trame e sovrapposizioni: da una parte i ricami e le stratificazioni di tessuto su cui opera Loredana Galante, dall’altra l’affastellarsi di intrecci pittorici e piani narrativi delle tele – diverse delle quali inedite – di Irene Balia.

Irene Balia, artista sarda classe ‘85, con le sue atmosfere enfatizzate da colori pieni in grado di comunicare un senso di inquietudine non sempre immediato. I protagonisti dei suoi dipinti appaiono enigmatici, indecifrabili, ambigui, talvolta mascherati o con gli occhi chiusi. I dettagli e ciò che sta in secondo piano sono fondamentali per la lettura dei suoi lavori: finestre spalancate su panorami deserti, tempeste e naufragi dentro un bicchiere, cieli tempestosi, cuori sepolti sotto la sabbia. Le sue tele si pongono in bilico tra il ricordo e rimpianto.

Loredana Galante, artista genovese la cui produzione spazia dal disegno all’arte performativa, è presente con i suoi ricami – le tende delicatamente ornate e i preziosi intarsi – dai tratti sottili e i colori tenui. Il suo è un racconto sussurrato il cui sottotesto è però intenso, declinato su materiali e oggetti che testimoniano una quotidianità quasi remota, un senso di casa vagamente retrò.

“Millennium Gardens”, con la sua molteplicità di linguaggi, richiama la varietà di un giardino in cui ogni metaforico fiore o frutto rappresenta i temi e i sentimenti che accomunano gli “abitanti” del nuovo millennio, con le loro paure, gioie, aspirazioni, desideri e rimpianti, “ma – precisa la curatrice Alessandra Redaelli – è una mostra che richiede anche di lasciarsi andare alle sue ricche suggestioni e che spinge il fruitore a rintracciare i propri significati”.

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