• Vino veritas et salus…ma non solo

    Giovedì, 03 Dicembre 2015,
    I Romani avevano capito tutto sul vino, compreso il contenuto dell’aforisma del titolo. Ma anche coloro che sono venuti dopo non scherzavano. Aver inserito un bicchiere di vino per pasto nella dieta mediterranea, la più salutare nel mondo, la dice lunga sul ruolo del nettare degli dei nella vita dell’uomo. La sua espansione senza confini ne è la logica conseguenza. E sappiamo che i vini delle migliori selezioni italiane raggiungono i calici di tutto il pianeta. C’è di più. L’Italia del vino quest’anno supera la Francia nell’annoso derby della produzione: 48.8 milioni d’ettolitri per noi, 46.4 per i cugini (36.6 per la Spagna eterna terza). Nell’altrettanta tradizionale sfida regionale di qualità di vini la Toscana supera il Piemonte per 79 a 75  etichette con il massimo punteggio, nel gergo enologico “tre bicchieri”.  Ce lo racconta la guida “Vini  d’Italia 2016” del Gambero Rosso (giunta alla 29° edizione) decretando appunto che la regione del Chianti, del Brunello, del Bolgheri è la regione con più “tre bicchieri”. Alla regione del Barolo, del Barbaresco, del Barbera va il secondo posto con “solo” 75 “tre bicchieri”. Seguono in classifica le grandi regioni vinicole del Nord-Est (Veneto, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia,Trentino) con complessivi 111 “tre-bicchieri”, di cui 80 verdi, ovvero prodotti da vigneti in coltura biologica o biodinamica. Da notare che il 26% dei “tre bicchieri” sono sotto i 15 euro a bottiglia. Nel sud svetta la Campania con 21 etichette, la Puglia con 13 vini d’eccellenza. Nelle isole guida la classifica la Sicilia con 33 “tre bicchieri” che supera la Sardegna ferma a 13. Al centro, oltre alla vincitrice Toscana, si pone in evidenza l’Umbria con 10 “tre bicchieri” di cui ben sette conferiti al Sagrantino di Montefalco. Su questo vino è stato presentato alla EXPO un libro dal titolo molto accattivante: “Gli aspetti salutistici del Sagrantino”, ove sono stati confermati con dati scientifici le esperienze empiriche che i Romani, e poi altri, avevano accumulato nei secoli. In sintesi nel Sagrantino c’è Salus in termini di protezione del cuore e delle arterie e di mortalità cardiovascolare, per il più elevato contenuto nel mondo di polifenoli e antociani che la scienza medica indica come preventivi delle malattie cardiache. Studi in tale direzione sono stati confermati dalle indagini cliniche sperimentali attivate sul Sagrantino dal patron di Rossobastardo Luciano Cesarini. Un commento a questi dati statistici e clinici si impone con una domanda. Perché tanto interesse per il vino? Perché va inserito nel più ampio interesse per i campi, un tempo lasciati al loro destino ma oggi rivalutati nella consapevolezza che la terra può dare all’uomo una ricca e salutare alimentazione, un argomento centrato anche da EXPO 2015.
    Mario Timio

    Direttore Responsabile
    Arte, Lifestyle, Eventi.

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