Sissi a Palazzo Bentivoglio: una mostra digitale per “vestire” il tempo che passa

28.04.20 , Arte

 

Sissi a Palazzo Bentivoglio: una mostra digitale per “vestire” il tempo che passa

«Siamo arrivati all'ultimo appuntamento con ABITAMENTI. Il profilo IG di Palazzo Bentivoglio è diventato in queste settimane il nuovo spazio espositivo della nostra istituzione e la mostra di Sissi si è tramuta in un diario giornaliero fatto di disegni che l'artista ha realizzato dalla sua abitazione per vestire il tempo che passava. Ci teniamo a ringraziarvi di tutta l'attenzione che ci avete dato in questo periodo».

Questo è quello che troviamo scritto nella pagina del sito dello spazio espositivo di Palazzo Bentivoglio, e anche sulle loro pagine Facebook e Instagram. Palazzo Bentivoglio è uno spazio molto giovane nato a Bologna nel 2019, dedicato all’esposizione di mostre contemporanee ed eventi, freschissimo e dotato però di una carica energica intensa, di un coraggio quasi insolente.

Dal 21 gennaio al 19 aprile, Palazzo Bentivoglio avrebbe dovuto presentare “Vestimenti”, la mostra personale di Sissi, un’artista giovanissima (emerge alla fine degli anni Novanta), versatile e luminosa, che spazia dalla scultura alla video art, dalla performance alla pittura, ai disegni e alla fotografia. La mostra “Vestimenti” curata da Antonio Grulli avrebbe raccolto il corpus di sculture-abito dell’artista, riguardanti circa venti anni della sua carriera e anche il significato profondo della sua poetica: il corpo. A causa delle doverose misure restrittive del Covid, è stata prima visitabile su appuntamento e poi definitivamente chiusa al pubblico. Ed è qui che entra in scena la tecnologia, che ci permette di avvicinarci alle opere, senza essere in loco, di vederle anche se non siamo all’interno del museo e in un certo qual modo con un diario giornaliero di opere di partecipare alla mostra restando comodamente a casa. Dal 10 marzo infatti la mostra ha preso il nome di “Abitamenti” proprio per rimandare in maniera etimologica all’abitazione. L’artista realizza un’opera quotidiana per vestire il tempo che passa da poter condividere con tutti, fino al 19 aprile, giorno in cui sarebbe dovuta terminare la mostra “Vestimenti”. L’artista in questo caso usa l’arte del disegno, in una maniera che, avvicinandosi alla scomposizione e disconnessione della realtà picassiana e forzando la mano sul contorno e la linea arabescata di eco gauguiniano, ci racconta i vari modi in cui possiamo restare a casa, stando bene.

Sono come una serie di riflessioni e consigli, analizzando noi stessi e il tempo a disposizione, senza renderlo inutile o incatenante. L’ 11 marzo una simpatica figura femminile tenta una posizione di yoga e sopra campeggia la scritta “Proviamo a fare quello che non facciamo mai…”. L’umano diventa un tutt’uno con la sua casa, e i pensieri escono dalla testa come se fosse fumo che esce dal camino, e la vignetta è accompagnata da “I pensieri vanno avanti e i corpi stanno a casa”. Un’altra bellissima donna dal volto alla Picasso piange lacrime di mancanza e nostalgia per qualcuno, mentre si apre in un abbraccio largo ai lati del corpo, ma consapevolmente vuoto. Il 14 marzo si fanno “Abbracci con distanza”, le persone care non possiamo averle con noi, ma possiamo pensare a loro talmente forte, da stringerle con affetto e intensità. Il 17 marzo “Srotoliamoci nelle possibilità” ci consiglia Sissi, prendiamo un mattarello o un bel rotolo di stoffa, e dispieghiamolo sul tavolo per cucinare o cucire. Il 20 marzo siamo “Vite in crisalide” in questo periodo di quarantena. Lo stadio pupale della farfalla che Sissi disegna, riecheggia una sua opera in Vestimenti, ed è metafora di individui che si muovono tra i bozzi dei loro letti e dei loro divani, assaporando i momenti di relax.

Il 15 aprile proviamo a “Crescere nelle cose”: del resto dobbiamo obbligatoriamente convivere con gli oggetti, con le storie, con i flussi nervosi, quindi costruiamoci sopra e impariamo a crescere con loro. Il 18 aprile penultimo giorno della mostra, Sissi ci lascia un “Calendario da spogliare”. Un caschetto femminile comincia a togliersi di dosso i fogli dei giorni. Un conto alla rovescia di speranza ci spoglia dall’abito dell’attesa, per regalarci la felicità nuda e cruda.

La tecnologia ci permette quindi di visitare una mostra, senza poter raggiungere la sua sede espositiva, per ovvie motivazioni. L’arte ci risulta comunque vicina, ristretta nello schermo del computer o del pc, che diventa una specie di binocolo per le cose non possiamo toccare. Possiamo comunque essere arricchiti, fare arte e ricevere arte attraverso le grandi innovazioni del web. Un’opera inedita al giorno per non abbandonare l’arte, per non far scadere un lavoro di pensiero, di evoluzione artistica, che ha richiesto impegno ed energie, per continuare a far funzionare tutto, non per superficialità ma per necessità, in modo che nessuno si senta perso o dimenticato, per continuare a scandire i giorni in questo tempo che risulta per la prima volta fermo.m

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