Arte contemporanea: definizione, storia e stili

20.05.21 , Arte , Valeria Torchio

 

The Last Supper, Zeng Fanzhi, olio su tela, 2001

L’arte contemporanea rappresenta da sempre una vera e propria dicotomia per i cultori dell’arte: costoro sono affascinati e, al contempo, disorientati da questa tipologia di arte. Non si è dimostrato affatto subitaneo delineare quella che possiamo definire una genesi, nonché riuscire a sviscerare quelli che sono gli stili e gli artisti apripista. Ad oggi, intorno all’arte contemporanea, si muovono correnti di pensiero differenti, idee diverse e contradditorie tra loro. L’impresa più ardua è stata quella di profilare la fine dell’arte moderna e, conseguentemente, l’inizio di quella contemporanea. Dove finisce una inizia l’altra? L’arte contemporanea rappresenta un’estensione dell’arte moderna? O, ancora, l’una è sinonimo dell’altra? Soffermandoci sull’ultimo interrogativo, c’è chi, erroneamente, ancora oggi tende a non fare una differenziazione tra le due, ma in realtà costituiscono due correnti artistiche assai diverse fra di loro, e con delle precise differenze.

Definizione di arte contemporanea e le differenze rispetto all’arte moderna

L’arte contemporanea, nonostante il nome, non rappresenta soltanto l’arte realizzata “adesso”, dunque non si rifà solo alla misura temporale. Per essere definita tale, si è posta, anche, quale portavoce di canoni artistici e stili diversi rispetto a quelli dell’arte moderna. Ci ha resi spettatori di elementi di rottura sostanziali rispetto all’arte che prima conoscevamo. È stato, come accennato, arduo riuscire a definire i diversi movimenti artistici che si muovono nel contesto contemporaneo, contrariamente alle avanguardie del Novecento dell’arte moderna ben distinte tra loro (Cubismo, Futurismo, Dadaismo, Surrealismo, Astrattismo, Suprematismo, Sincromismo, Costruttivismo, ecc…). Questo, anche e soprattutto perché, l’arte contemporanea può definirsi quale un atteggiamento che si ha verso di essa, non tanto un “modus operandi” specifico, come nel caso di quella moderna. L’arte contemporanea sembra essere del tutto differente rispetto a quello che c’è stato prima. Il punto per molti artisti contemporanei, sta proprio nel non mostrare alcuna destrezza manuale, poiché ciò che costituisce un’opera d’arte non è il mezzo (pittura, scultura o disegno), ma il modo in cui mette in discussione che cosa sia davvero l’arte. Queste potrebbero essere le accezioni complessive più emblematiche.

Richard Deacon, "Art for Other People #24", 1987 (acciaio galvanizzato e vinile)

La genesi dell’arte contemporanea

È chiaramente impossibile stabilire esattamente quando abbia avuto inizio l’arte contemporanea. Ci sono, tuttavia, momenti importanti, o fasi, in cui ciò che consideriamo arte contemporanea, o il mondo dell’arte contemporanea, ha cominciato a cristallizzarsi. Alcuni momenti chiave, che possono senza dubbio segnare il suo inizio, sono gli allestimenti delle seguenti mostre: la prima dedicata alla Pop Art curata dal collezionista americano Sidney Janis e inaugurata il 6 novembre del 1962. L’altra è stata la “Primary Structures” (27 aprile del 1966) che aiutò a presentare il Minimalismo come movimento. Infine, “Live in Your Head” (22 marzo 1969), un’esposizione tenutasi alla Kunsthalle di Berna la quale raccolse un vasto numero di artisti concettuali. Ecco, dunque, spiegato perché la Pop Art e l’arte concettuale rappresenterebbero il “trait d’union” tra l’arte moderna e l’arte contemporanea. Si può, inoltre, affermare, che i tardi anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta, videro il mondo e il mercato dell’arte contemporanea espandersi fino a diventare un fenomeno globale. La fiera dell’arte di Colonia ebbe inizio nel 1967; tre anni dopo seguì quella di Basilea. Un altro momento da ricordare, fu la sera del 18 ottobre 1973, quando Sotheby’s New York vendette cinquanta opere provenienti dalla collezione di Robert Scull (il tipo di arte che metteva all’asta era del tutto nuovo, ed era anche un tipo di asta mai vista prima). Infine, alcuni, identificano l’inizio dell’arte contemporanea con il ritorno alla pittura, avvenuto agli inizi degli anni Ottanta. Quindi, la sua genesi, va ricercata in alcuni cambiamenti storici/artistici sostanziali che, nel caso di quelli sopra citati, hanno avuto luogo negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Si può affermare, dunque, in modo alquanto aleatorio, che l’arte contemporanea sia iniziata in quel ventennio.

Philip Guston, "Painting, Smoking, Eating", 1973 (olio su tela)

Gli stili e i generi artistici contemporanei

La cosa che appare evidente, a differenza dell’arte moderna, è che con l’arte contemporanea vengono coinvolti nuovi generi artistici sviluppati con tecniche e linguaggi interdipendenti: video, pittura, fotografia, scultura, arte digitale, disegno, musica, performance, installazioni. Scorgiamo quelli che possono essere gli stili più significativi e le tendenze capostipiti della suddetta arte. Vi sono degli anni Settanta, due tendenze che si sviluppano parallelamente: la Land Art e la Body Art. Sempre agli anni Settanta risale l’Iperrealismo. La Transavanguardia si afferma tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, così come il Graffitismo, mentre l’Anacronismo si sviluppa all’inizio degli anni Ottanta. Nell’ultimo decennio del secolo scorso, si collocano la video-arte, il gruppo Young British Art (che si muove tra il Pop e Arte Concettuale), e la tendenza del Supereal, una delle ultime e più recenti sperimentazioni della Neoavanguardia.

Marina Abramovic, "Rhythm 5", 1974 (performance)

 

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