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Pittura acrobatica tra le rocce del savonese: un “museo verticale” a cielo aperto

Mercoledì, 28 Giugno 2017,
Arte,
È possibile coniugare alpinismo, escursionismo, natura ed arte? In una regione impervia come la Liguria l’artista Mario Nebiolo lo ha reso possibile. L’arte di Nebiolo, originario del Piemonte ma savonese di adozione, è stata definita “pittura acrobatica” per la modalità del tutto singolare con cui viene realizzata. L’artista, armato semplicemente di pennello e barattoli di colore, si lega all’imbragatura e scala pareti rocciose, cave e muraglie cittadine per unire le sue due passioni: alpinismo e pittura. La sua tela è la parete e quel che ne emerge è una fusione di scultura e pittura. Se il tratto delineato da Nebiolo con colori tenui è fatto a pennello, è la roccia stessa a definire gli enormi personaggi che realizza. La roccia gli da forma, profondità ed espressione. Inevitabilmente anche i cambiamenti climatici intervengono sull’opera modificandone la percezione nel tempo, sia per forma che per colore. La natura ha un ruolo così cruciale che verrebbe da accomunare l’artista al movimento della Land Art della fine degli anni Sessanta. È nel savonese che si possono ammirare la maggior parte delle sue opere: ad esempio, nel territorio della valle del Maremola, grazie al piano di riqualificazione e manutenzione sentieristica del comune di Magliolo, la prima via ferrata della provincia (un tempo nota come “costa dei balzi rossi” e oggi chiamata “la via ferrata degli artisti”) è stata arricchita di valore grazie ai personaggi che Nebiolo ha impresso nella roccia. Da un lato la ferrata trasmette l’adrenalina della salita, che porta ad un picco d’altezza di 1309 metri con vista sulla valle e sul mar Ligure, e dell’attraversata del ponte tibetano sospeso a cinquanta metri da terra. Dall’altro la possibilità di avere un punto di vista unico sulle opere durante la scalata o l’escursione. Non a caso la ferrata è stata definita “museo verticale” a cielo aperto. I soggetti dell’artista sono gli esseri umani, giganti figure di uomini comuni, personaggi del luogo che appartengono alla terra ligure e ai suoi monti. Sembrano quasi gigantesche pitture rupestri moderne. Di gran fascino le figure sulla parete di fondo della ex cava Martinetto nel comune di Toirano che emergono a più di cento metri di altezza, sono soprattutto uomini, rappresentazioni di contadini, o forse ex minatori. Di spicco e di estremo fascino è il vecchio dai capelli bianchi, le cui rughe vengono scavate dalle fessure della roccia con maggiore realismo di quanto si possa immaginare. Fessure che segnano il tempo e la fatica. Nel 2007 la ex cava è stata teatro di una vera e propria performance artistica e sportiva: mentre Nebiolo completava il suo lavoro il maestro dell’arrampicata Maurizio Manolo Zanolla scalava la parete. La provincia di Savona ospita un originale esempio di riqualificazione paesaggistica e dimostra che il mondo dell’arte e quello dello sport possono trovare un punto d’incontro.

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