Museo d’Arte Urbana a Torino: il primo insediamento artistico a cielo aperto

Il Museo d’Arte Urbana di Torino non è un museo come tutti gli altri dal momento che, primo in Italia, prevede un insediamento artistico permanente all’aperto collocato all’interno di un grande centro metropolitano.

31.07.17 , Architettura , Italo Profice

 

Museo d’Arte Urbana a Torino: il primo insediamento artistico a cielo aperto

L’iniziativa è partita - come si suol dire – dal basso, in virtù del consenso e del contributo degli abitanti.
In una porzione di spazio urbano miracolosamente salvatasi dagli interventi drastici operati dal Piano Regolatore del 1959 si è sviluppato il progetto artistico. 
Il nucleo originario del MAU è sito nel Borgo Vecchio Campidoglio, un quartiere operaio di fine ‘800, collocato tra i corsi Svizzera, Appio Claudio e Tassoni, e le vie Fabrizi e Cibrario. 
Non distante dal centro cittadino, è rimasta intatta la sua struttura a reticolo costituita da case basse con ampi cortili interni dotati di aree verdi, suddivise da vie strette, ed una forte presenza di attività artigianali, commerciali, artistiche, sociali e di intrattenimento. La peculiarità della struttura del quartiere ha favorito la comunanza tra gli abitanti, tanto da farne un “paese nella città”.

Nel 1991 inizia un lavoro di rivalutazione delle peculiarità sociali, urbanistiche ed architettoniche del Borgo. Nella primavera del 1995 si valuta la possibilità di allargare alla sfera dell’arte il proposito. Alcuni proprietari di immobili danno l’assenso a concedere le proprie pareti per la realizzazione di opere d’arte condivise e permanenti. Si forma così il Comitato di Riqualificazione Urbana che invita alcune personalità di spicco della vita culturale ad esprimersi circa i nuovi progetti.
Il Direttore Artistico del MAU è, fin dall’esordio del progetto, Edoardo Di Mauro, già da anni impegnato sul fronte del rapporto tra arte e territorio dal momento che era membro del Direttivo dei Musei e delle Mostre della Città di Torino e condirettore artistico della Galleria d’Arte Moderna.
Nel 2000 il MAU si costituisce come Associazione autonoma e già l’anno successivo veniva  inserita nella “Carta Musei” della Regione Piemonte.

Dal 1995 ad oggi sono state prodotte 125 opere murarie all’interno del Borgo Vecchio, alle quali si sono affiancate, dal maggio 2001, altre 35 nuove installazioni costituenti la “Galleria del Campidoglio”.
Nel 2008 l’artista e grafico Vito Navolio propone al MAU di realizzare delle ‘Panchine d’Autore’, liberamente ispirate a protagonisti dell’arte del Novecento, in Piazza Moncenisio. L’approvazione della Commissione Arte Pubblica del Comune ne permette la realizzazione e la decorazione delle panchine. L’idea sarà poi “esportata” anche in altre zone della città.

La collaborazione del MAU con altre associazioni permette il diffondersi della filosofia con cui nacque il progetto, ossia la partecipazione attiva della cittadinanza e una fruizione della cultura più libera e accessibile. Non è un caso che il MAU si sia speso fin da subito nel reclutare giovani artisti, quand’anche talvolta coadiuvati dalla collaborazione di maestri d’arte più navigati. E l’unicità del MAU sta soprattutto nel fatto che la grande maggioranza delle opere realizzate sono collocate su pareti di edifici privati.

L’attenzione crescente dei mezzi d’informazione ha contribuito a consolidare lo status del MAU, ora inserito nel “Contemporary Arts Torino Piemonte” e negli itinerari turistici di “Torino non a caso”.
Le visite guidate di istituti e scuole sono sempre più numerose così come le partecipazioni attive del Museo a manifestazioni culturali di vario genere. Va segnalato inoltre che periodicamente si istituiscono concorsi fotografici con la sigla “Leggi = Immagina una Città”, i cui esiti sono poi ammirabili nel circuito delle Biblioteche Civiche Torinesi. Il MAU è il primo progetto di questo genere in Italia ma si spera possa fare da precursore nel Bel Paese.

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