Venere e Tane del Diavolo nel Principato di Parrano

Lunedì, 01 Ottobre 2012,
 
Nella parte sud occidentale dell'Umbria si trova Parrano, un piccolo borgo adagiato sulla sommità di una collina dominante il corso del fiume Chiani. È costituito da un impianto ellissoidale, con due porte d'accesso e tre strade parallele, un tessuto urbano seicentesco ben conservato sul quale svetta il Castello, che si sviluppa su cinque piani, con due torri a pianta quadrata con merlature imperiali. Ai piedi dell'altura ove sorge l'insediamento urbano si trova il Fosso del Bagno Minerale: un canyon che l'acqua ha scavato nella collina nel suo scorrere millenario. Lungo questa stretta gola di pareti rocciose si apre un articolato complesso di grotte di origine carsica, noto con il nome di Tane del Diavolo. Da queste cavità provengono rilevanti reperti archeologici che testimoniano la presenza dell'uomo fin dal Paleolitico Superiore (dai 40.000 ai 10.000 anni fa). Si suppone che tali "Tane" ospitassero riti e cerimonie sacre; la tesi è avvalorata anche dal ritrovamento, eccezionale nel suo genere, di una rappresentazione scultorea raffigurante una figura femminile. Questa piccola scultura, tra le più antiche rinvenute nel centro Italia, è ben nota al mondo scientifico con il nome di Venere Verde di Parrano. Interessante inoltre la presenza di una sorgente di acqua minerale che sgorga alla temperatura di circa 27°c, utilizzata per bagni termali fin dall'antichità. Questo territorio fu anche insediato dagli Etruschi e probabilmente dai Romani. Risale invece al 1118 il primo documento storico che menziona il castello di Parrano, data in cui il vescovo di Orvieto lo concesse in feudo ai conti Bulgarelli. Ereditato dai Baglioni passò poi ai Marescotti; nel 1733, papa Clemente XII elevò la Contea di Parrano a Principato ed Orazio Marescotti ne divenne il primo principe. Si sono poi succeduti nel tempo diversi proprietari del castello, che ritrovò un rinnovato splendore quando fu acquistato nel 1943 dal celebre imprenditore Antonio Valletta, storico Direttore Generale della FIAT dei tempi d'oro e dal nipote Marchese Fantauzzi, il quale affidò il restauro all'architetto Tommaso Buzzi, lo stesso autore dell'affascinante Scarzuola, la "città ideale" di cui ci siamo occupati in un numero precedente della rivista. I lavori liberarono l'antica costruzione dalle sovrastrutture murarie che nel corso degli anni si erano aggiunte e si realizzò un giardino pensile con piscina. Oggi il castello ospita una dimora storica di charme con centro benessere. Il territorio di Parrano dunque, scoperto dagli uomini del Paleolitico, riscoperto da Etruschi e Romani e da alte personalità nel corso dei secoli, è ancora oggi un luogo da riscoprire all'insegna della ricerca storica, scientifica e dell'eco – lifestyle.

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