Immersa tra colline brulicanti di olivi, a quattrocento metri sul livello del mare, Larino si distingue in tutto il basso Molise per il suo aspetto accogliente che si rivolge lungo le piane fino a giungere alla vicina costa adriatica. La città vanta origini antichissime, addirittura databili intorno al XII secolo a.c., culla della civiltà frentana (Urbs Princesp Frentanorum la ribattezzarono i conquistatori romani), mantiene da secoli un fascino immutato ed anche un alone di mistero che la rendono uno dei centri più interessanti di tutta la regione. Su di essa si potrebbero scrivere fiumi di parole, tanta è la sua magnificenza come impressionante è l’incanto di chi la osserva, ma per questioni di spazio vorremmo concentrare la vostra attenzione sulla perla del suo centro storico: la cattedrale di San Pardo. Divenuta Basilica con un Breve Pontificio del 1928, la chiesa è senza ombra di dubbio uno degli esempi più emblematici dell’arte gotica del meridione italiano. Nella magnifica lunetta del portale, un particolare richiama la data del 31 luglio 1319, giorno in cui venne eretto l’edificio, molto probabilmente costruito sopra una struttura precedente (probabilmente del X sec.) che doveva adattarsi alla conformazione stessa del centro storico medioevale, motivo per cui l’asimmetria della sua pianta la rende unica nel suo genere. La facciata è un vero libro di storia aperto da leggere attraverso i diversi simboli presenti, a partire dal racconto della crocefissione di Cristo presente sulla lunetta in cui compaiono, oltre alla figura di Gesù posto su una croce ad Y, anche la Vergine, san Giovanni ed un angelo che con la mano destra pone sul capo di Cristo una corona regale nascondendo con l’altra quella di spine. Nella parte inferiore si riconoscono le colonnine tortili ed i capitelli con le decorazioni floreali del portale, i leoni su mensola su entrambi i lati, i tre grifoni rivolti verso l’esterno sulla parte alta ed infine sulla punta del portale campeggia sovrana l’effige dell’angelo pasquale. Nella parte superiore invece, contornato da una cornice cuspidata alla cui base sono posti due leoni, risalta la sontuosità del rosone a tredici raggi, simbolo dell’unione di Cristo con gli Apostoli. Altre simbologie che richiamano il Vangelo sono scolpite al di sopra del rosone mentre all’estremità della cornice è posta la statua di San Pardo, titolare della chiesa. Sulla destra, sorretto da un arco a sesto acuto, s’innalza la possente torre campanaria del 1523, disposta su tre ordini a spina di pesce. Anche gli interni infine risalgono al periodo rinascimentale, tra arcate e pitture murarie.
Andrea Mastrangelo