Fondazione Archeologia Arborea e la salvaguardia della biodiversità

Lunedì, 06 Febbraio 2017,
La mela culo d’asino, la pera ghiacciola, la ciliegia limona, il fico permaloso, la mela musa della balsaccia, la bella d’Arezzo, la pera fiorentina e tante altre sono le piante da frutto, circa 440 per 150 varietà di frutti che sembravano estinti, che troverete in questo giardino gioiello dove ognuna di questa varietà non è altro che un albero “perduto” ma ora recuperato dall’archeologa Isabella Dalla Ragione, soprannominata “La cacciatrice di frutti” e da suo padre Livio. I nomi di queste varietà sono buffi e fantastici, un ricordo dell’antico mondo contadino da cui lei fin da bambina è rimasta affascinata. La ricerca sulle vecchie varietà di alberi da frutto è partita circa trenta anni fa nei territori dell’Alta valle del Tevere, antico crocevia di diverse regioni, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Isabella e suo padre Livio fin dall’inizio sono stati fortemente attratti dalle tradizioni e dagli usi popolari, dai sistemi di coltivazione e dalla storia anche alimentare per verificare l’importanza che queste piante potevano aver nella vita sociale, economica e religiosa. Il loro desiderio più grande, antesignani della biodiversità, è stato quello di salvare queste piante prima che scomparissero definitivamente. C’è stata una ricerca nei luoghi ancora abitati dagli anziani agricoltori dove era possibile ritrovare oltre alla frutta anche tutte le informazioni e conoscenze popolari inerenti. Sono stati visitati poderi abbandonati, giardini parrocchiali, ville padronali e orti chiusi dei conventi di clausura. Molte informazioni e dati sono stati ottenuti spulciando gli archivi polverosi e dimenticati e consultando gli antichi manuali di Columella, Varrone e Plinio. Hanno perfino letto i testi ormai abbandonati delle cattedre ambulanti di Agricoltura che fino agli anni ’70 erano ancora curiosamente in voga nelle campagne umbre. Isabella catalogava, classificava e ordinava il materiale raccolto per ricollegare il filo della memoria interrotto tra le generazioni e conservare insieme al patrimonio genetico vegetale anche le radici della cultura contadina. Due detective a caccia di piante e racconti perduti, armati di forbici e di bottiglie piene di acqua dove conservare fino all’estate successiva le preziose “marze” da innestare poi nel loro podere di San Lorenzo dove ancor oggi Isabella coltiva il suo giardino incantato di rare varietà di alberi da frutto. È da tutto questo che nasce nel 2014 la Fondazione Archeologia Arborea il cui scopo è la salvaguardia, la conservazione e lo sviluppo della biodiversità. La collezione  di San Lorenzo , un vero e proprio museo a cielo aperto, si presta a visite guidate per bambini, ragazzi ma anche adulti. Le piante e qui sta la caratteristica di Archeologia Arborea si possono adottare con un contributo di 150 euro e questo dà il diritto a raccoglierne i frutti di persona, ma, e questa è una caratteristica dei contadini alto tiberini, sull’albero vanno lasciati tre frutti: uno per il sole, uno per la terra e uno per la pianta. Altra condizione è quella di far visita almeno una volta ogni diciotto mesi altrimenti si perde la qualifica di “genitori adottivi”. Molti sono i personaggi che affascinati da questo giardino hanno adottato una di queste piante, scrittori, giornalisti, artisti di mezzo mondo tra questi anche Gerard Depardieu che ha adottato la “pera ‘mbriaca”. Purtroppo l’agricoltura industriale oggi vuole solo poche varietà ma grandi quantità per rispondere alle esigenze di una società sempre più numerosa. Così dobbiamo accontentarci di trovare negli scaffali dei supermercati al massimo tre tipi di mele o di pere o di altra frutta rispetto alle centinaia di varietà elencate nei trattati di frutticoltura dell’Ottocento, mentre il recupero fatto da Isabella ci permette di salvare le nostre radici e la biodiversità. La varietà di colori, di forme e sapori è l’unica garanzia per la sicurezza alimentare futura. È solo questa biodiversià che permetterà alle piante di superare meglio le malattie, gli attacchi degli insetti e gli eventi atmosferici e di arricchire così le nostre tavole.

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