Il Golfo Dei Poeti: i luoghi degli scrittori che cantarono il mar ligure

Mercoledì, 13 Luglio 2016,
È una mezza luna fertile quella che si estende a oriente del mar Ligure, una mezza luna ammiccante il cui profilo collinare si getta senza indugio nel mare, incontrando un'ampia e profonda insenatura ubicata all'estremità del levante ligure. Questa mezza luna, che emerge dalla costa del mar Ligure, prende ufficialmente il nome dalla città della Spezia - come Golfo di La Spezia - ma la sua storia leggendaria, screziata da raffinatezze letterarie, vuole affibbiargli un appellativo degno delle sue bellezze e dei poeti che da secoli cantarono quel mare. Il nome di questa costa vibrante dalla furia e dalla culla del mare fu battezzato dal poeta Sem Benelli che scrisse il suo capolavoro (il dramma La cena delle beffe) dalla vista che la sua casa gli offriva sulla costa di San Terenzo. Così, nel 1910, in occasione del funerale dello scrittore Paolo Mantegazza, morto proprio a San Terenzo, Benelli dedicò al golfo, inconsapevolmente, il suo storico epiteto reso immortale dagli abitanti dell'insenatura: “Beato te, o Poeta della scienza che riposi in pace nel Golfo dei Poeti. Beati voi, abitatori di questo Golfo, che avete trovato un uomo che accoglierà degnamente le ombre dei grandi visitatori”. Sempre nel piccolo borgo di San Terenzo, frazione del comune di Lerici, antico villaggio di marinai e pescatori, nel 1822 si trasferivano gli Shelley, la più celebre coppia letteraria del Romanticismo: lei, Mary Shelley, madre del romanzo gotico Frankenstein, lui, Percy Bysshe Shelley, poeta e filosofo inglese. Fu proprio in questi luoghi che Percy Shelley scomparve tra le acque del mare, naufragando in una tempesta improvvisa, mentre veleggiava verso la sua amata San Terenzo, di ritorno da Livorno. Nello stesso borgo giungeva nel 1822, ospite della famiglia Shelley, Lord Byron, che la leggenda vuole protagonista di una traversata, a nuoto, di otto chilometri, partendo dal porto di Lerici e giungendo a quello di Porto Venere. Da quest'episodio il paese di Porto Venere, piccolo borgo di epoca romana e patrimonio dell'UNESCO, ha dedicato allo scrittore inglese la bellissima grotta naturale a picco sulla falesia, oggi meta di molti turisti: la grotta Byron. Quest'anfiteatro d'acqua è stato scenario naturale per l'ispirazione di altri grandi scrittori: si narra del Petrarca, passando da David Herbert Lawrence a George Sand, da Emma Orczy (autrice de La primula rossa, che visse a Lerici), a Gabriele D'Annunzio, fino al padre del futurismo Filippo Tommaso Marinetti. A Tellaro, la gemma più orientale del golfo, arroccata sulla scogliera e imbevuta di acqua cristallina, abitò il regista Mario Soldati. Come noto, Eugenio Montale cantò la sua amata Monterosso e le schegge di mare e gli ossi di seppia delle Cinque terre. Infine fu di passaggio Virginia Woolf che guardando il golfo lo descrisse con queste parole: “Le colline, le alte case, rosa, gialle, bianche e un mare vero, e non immaginario, d'un color viola scuro”.

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