Grande novità nell'ambito del segreto bancario, nel mese di marzo 2015, a Monaco, è stato firmato l'Accordo tra l'Italia e il Principato di Monaco che sancisce lo scambio di informazioni ai fini fiscali tra i due Stati, come già era avvenuto con la Svizzera e il Liechtenstein.
A rappresentare l'Italia, l'Ambasciatore italiano nel Principato di Monaco, Antonio Morabito, e il Ten. Col. della Guardia di Finanza Pietro Bollettieri, mentre per Monaco erano presenti il Ministro per gli Affari Esteri e della Cooperazione Gilles Tonelli, il Ministro per le Finanze ed Economia monegasca Jean Castellini e il Direttore delle Finanze Thierry Orsini.
L'Accordo è basato sul modello standard della Tax Information Exchange Agreement (TIEA) elaborato in ambito OCSE che disciplina lo scambio di informazioni in materia fiscale tra Paesi con i quali non sono in vigore Convenzioni contro le doppie imposizioni.
L'Accordo firmato consentirà di avviare la cooperazione amministrativa su richiesta tra le autorità fiscali italiane e monegasche su tutte le imposte e non ammetterà alcun rifiuto, neanche il famoso "segreto bancario", da parte dello Stato a cui saranno richieste le informazioni.
Parte integrante dell'Accordo un Protocollo di "richieste di gruppo" (group requests) che permetterà , grazie allo scambio di informazioni, di identificare appunto gruppi di contribuenti che si presume possano dissimulare al fisco italiano patrimoni/attività detenute irregolarmente nel Principato di Monaco e non dichiarate. Il Protocollo è senza dubbio un signifcativo passo avanti in materia di cooperazione fiscale tra i due Paesi e soprattutto permetterà di potenziare la lotta all'evasione fiscale.
Le nuove direttive indicate nell'Accordo sullo scambio di informazioni fiscali e nel Protocollo Aggiuntivo entreranno in vigore dopo la ratifica da parte dei Parlamenti dei rispettivi Paesi, ma potranno interessare situazioni in essere a decorrere dalla data della firma.
In questo modo il Pricipato di Monaco non sarà più considerato dall'Italia un Paese "black list" ai fini della Voluntary Disclosure ed entrarà a far parte della "white list" degli Stati che hanno sottoscritto lo scambio di informazioni fiscali e il superamento del segreto bancario.
Per i cittadini italiani che detengono attività finanziarie o capitali a Monaco non dichiarati l'Accordo consente di accedere a procedure di regolarizzazione agevolate con sanzioni ridotte.