Tie dye mania
Il tie dye o tintura a riserva è un metodo di tintura parziale che viene applicato a tessuti e filati.
Grazie a questa tecnica, si riescono ad ottenere effetti complessi e raffinati con un focus del tutto speciale sulle variazioni del colore.
Questo particolare effetto estetico nacque per errore e solo successivamente riuscì ed assere apprezzato e rinnovato.
Durante gli anni 60, il tie dye vide la sua esplosione grazie al legame con le sfere musicali e l’appartenenza a gruppi sociali e subculture.
Woodstock, ancora oggi ricordato come il festival più hippie della storia divenne la patria del tie dye grazie all’espansione sempre più ingente della cultura hippie.
Le colorazioni ottenute con il metodo della tintura parziale infatti sono capaci di riprodurre trame e nuances sempre diverse e tendenti al psichedelico.
L’effetto illusivo, riusciva così ad abbracciare non solo le estetiche ma anche gli ideali rivoluzionari e anticonformisti delle generazioni di quel tempo.
Odiernamente il tie dye viene recuperato e rivisitato dalle più grandi maison del fashion system come Prada, Stella McCartney e Dior.
Ognuna di loro sceglie di regalare a questo trend una sfumatura diversa, fornita dall’interpretazione e dall’accezione del colore.
La diffusione del tie dye come trend sembra assumere sempre più rilievo e importanza per una generazione di massa.
Risulta però importante, mettere in evidenza l’unicità di questo particolare effetto poiché esso tradizionalmente viene realizzato legando mazzi di tessuto con filo cerato perciò il colorante copre solo le aree esposte, il che significa che non ci sono pezzi uguali.
In una società che non smette di correre veloce ma pur sempre ricca di controversie, la moda rappresenta oggi più che mai un’opposizione visiva agli ideali standardizzati e comuni.
Il tie dye infatti può essere visto come un richiamo alla libertà, all’individualismo intellettuale e alla collettività capace di rafforzare.
Classificandosi come un culto condiviso e un trend capace di colorare la moda.
