La moda, nella sua rappresentazione estetica, per un lungo periodo di tempo ha mostrato al mondo un ideale di benessere, perfezione e ineluttabilità con le sfilate.
L’armonia ha sempre rappresentato l’effetto finale prescelto dalle più grandi case di moda e stilisti.
Oggi la moda sembra sempre di più voler portare in passerella non solo il lato migliore di sè, ma invece voler celebrare il lato oscuro e nascosto presente in ciascuno di noi, offrendosi volontariamente come rappresentazione dell’inconscio degli spettatori.
Durante la manifestazione di Pitti Uomo, il brand Haculla che si inspira alle creazioni di Harif Guzman (alias Haculla), artista newyorchese di origini venezuelane attraverso i suoi inconfondibili schizzi, realizzati con pitture e bombolette spray sui muri metropolitani, ha fatto tremare gli spettatori con il suo “horror picture show”.
Lo spazio prescelto per il defilè è stato interamente ricoperto di murales, dipinti con colori tendenti al sanguineo, ciascuna row dedicata alla seduta degli spettatori è stata dotata di press kit affiancato da piccole scatole a forma di bara, capaci di emanare in modo imminente il mood della sfilata.
L’atmosfera che il brand di lusso ha voluto ricreare si identifica in un mix tra genere punk e gotico; prestando molta attenzione anche a modelli e modelle in grando di emanare il mood prescelto.
Inizialmente le modelle indossavano camici bianchi e mascherine, camminavano in modo confusionario e disorientato, quasi come se fossero uscite da un manicomio, volendo trasmettere il disorientamento alla platea.
Dopo questo inizio, capace di mostrare perfettamente la prefazione della sfilata, le modelle hanno tirato delle tende nere in mezzo alla sala, che nascondevano le sculture giganti ed eccentriche dai colori pop di Harif Guzman.
Da questo momento il brand ha iniziato una narrazione a cui si è resa complice una perfetta colonna musicale e un look avvolto da tracce surrealiste volte a raccontare il lato oscuro e le paure presenti in ciascuno di noi.
L’Horror è stato il tema prescelto anche dalla signora della moda Italiana, Miuccia Prada, che nella collezione maschile e femmenile Autunno Inverno 2019/2020 ha scelto portare in scena una sensualita misteriosa rappresentata da un mix di atmosfera horror e gotica.
La sfilata si è svolta all’interno della omonima Fondazione; Miuccia Prada ancora una volta ha utilizzato l’occasione del defilè per parlare del presente, darne un’ interpretazione personale e invitare a riflettere; spiegando di voler prestare più cura ed attenzione all’ aspetto umano della vita delle persone; riflettendo in modo diretto ed inevitabile sulla durezza e la bruttezza del mondo odierno.
Da quì nasce l’inspirazione dai film horror, come quello di Frankenstein, che per antonomasia rappresenta un mostro in cerca di amore, desideroso di attenzione ma incapace di riceverla capace di incarnare sia la figura maschile che quella femminile in modo perfetto.
Grazie all’illusttratrice Jeanne Detallante, Prada riesce a rappresentare il concetto attraverso le stampe con saette, e le facce del mostro.
I colori rosa, viola e verde spiccavano su pochi completi scuri, accompagnati da accessori molto vistosi come cappelli colorati, occhaili e cerchietti.
L’ambientazione ricordava i film di fantasecienza, complici anche le luci e le colonne sonore capaci di unirsi al tutto creando una fluidità.
Prada ha descritto la sfilata come una tensione fra la sensibilità umana e la pericolosa crudezza della vita, entrambi elementi abili nel mettere in luce le nostre debolezze e i nostri difetti.
La moda sembra volere assumere uno scopo didattico, ricordandoci le cose veramente importanti nella vita ma anche servendosi come ascoltatrice dei problemi del mondo, attraverso un velo di romanticità e compresione che sembrano essere assenti nel mondo ma sono bisognosi di esserci.