I polka dots, fantasia evergreen della moda

11.03.19 , Moda , Giulia Ratti

 

I polka dots, fantasia evergreen della moda

Le fantasie a pois, hanno avuto il loro picco di notorietà negli anni 50, durante questo periodo di tempo hanno saputo valorizzare forme e accessori donando agli outfit un’innata eleganza, non sempre identificata come troppo seria ma anche capace di essere sdrammatizzata a seconda di come abbinata.

Tra le amanti dei pois non ci sono state solamente le pin up, ma anche le grandi dive del cinema hollywoodiano come Audrey Hepburn e Marylin Monroe.

I pois catturano l’attenzione e affascinano, grazie al loro interpretabile carisma che dona un’eleganza innata se indossato nel modo corretto.

I polka dots sono semplici, retrò, raffinati ed eclettici, ma la loro storia inizia proprio dal mondo dell’arte dove sono passati dal puntinismo, ovvero la tecnica pittorica che vede nella ripetizione di punti la forma di un’integrità, fino ad arrivare all’arte di Yayoi Kusama.

Yayoi Kusama, artista giapponese, nel 2012 avviò una collaborazione con lo storico brand francese Louis Vuitton, la collaborazione rivoluzionò il mondo della moda e dell’arte, rafforzando sempre di più non solo il binomio perfetto fornito dalla dicotomia moda-arte ma anche il modo di guardare le fantasie nate nel mondo dell’arte, avviarsi nel settore tessile e moda.

Analizzando quindi la storia dei pois, è possibile collocarla in momenti storici e situazioni non perfettamente analoghe; ed è proprio questo dato a renderli sempre più interessanti e poliformi ancora oggi.

Guardando la storia della moda, tra i brand che hanno preso in considerazione l’ideale di creare prodotti con questa fantasia ne troviamo molti; quali Marc Jacobs, Prada, Louis Vuitton, Carolina Herrera; questi brand rappresentano ovviamente solo una parte dell’intero.

Al contraio invece, se si analizza nello specifico non solo l’atto dell’utilizzo ma lo speciale rapporto che si cela dietro il vero DNA di una maison e un textile pattern, troviamo maison Dior.

Christian Dior, scriveva già a proposito di questo pattern, dichiarando quanto fosse importante il fatto che questa fantasia fosse strettamente connessa al mondo dell’arte; spiegando come la sensazione di benessere, fascino, eleganza ma anche spensieratezza potesse essere emanata non solo dall’arte in se e per sè ma anche dall’applicazione di un motivo artistico ad un tessuto.

Questo motivo è stato particolarmente apprezzato anche da Niki de Saint Phalle, pseudonimo di Catherine Marie-Agnès de Saint Phalle, pittrice, scultrice, regista e realizzatrice di plastici francese, che ha incluso i pois nella sua visione artistica.

Se nel 2018 ha attraversato con il brand Dior tutta la collezione prêt-à-porter primavera-estate immaginata da Maria Grazia Chiuri, in bianco e nero o rosso e nero su camicette o abiti vaporosi, o ancora sul tulle plumetis delle gonne e degli abiti da sera, odiernamente sembra spostarsi dal mondo couture, ma non definivamente; poichè esponente costante di ideali radicati nel DNA del brand.

Non si può di certo affermare che i polka dots rappresentino una novità per la primavera estate 2019-2020 ma di certo rappresentano un ritorno, aggiudicandosi il titolo di fantasia evergreen.

Secondo le previsioni dei trend hunters e forecasters questa fantasia tornerà a influenzare il nostro gusto estetico e i nostri outfits, portando con sè non solo il fascino 50’s ma anche la lunga storia che li classifica.

MODA ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI