04.12.18 , Lifestyle , Laura Patricia Barberi
Se è vero, come diceva Alphonse de Lamartine, che la fotografia è un arte – anzi è più che un’arte, è il fenomeno solare in cui l’artista collabora con il sole –, si moltiplicano naturalmente i punti di vista dei fotografi che immortalano ogni giorno bellezze dell’Italia. Tre sono i punti di vista dei fotografi che abbiamo intervistato: Emanuele nella regale Torino, Romano circondato dalle dolci colline toscane e Davide contornato da una Palermo spesso baciata di una luce dorata e unica nel suo genere.
Davide Molica, fotografo siciliano ha iniziato a scattare sette anni fa e da lì la sua passione è continuata senza posa. I toni delle sue foto spaziano dai tramonti rosati in riva al mare al chiarore dei marmi e della pietra dei tanti palazzi ed edifici palermitani d’impronta regale. Nella vita di occupa di Social Media Marketing, professione che ama. Gli abbiamo chiesto cosa significa per lui ritrarre la Sicilia e ci ha risposto così: “Cerco sempre di catturare la sua essenza, i suoi colori, il suo fascino antico ed eterno”. Per Davide Instagram – dove si trova con il nome di @il_mastromatto – è un tramite per presentare le bellezze delle Sicilia ai suoi follower, un nobile intento che sempre più fotografi decidono di abbracciare.
Nella primavera del 2016 Romano decise di acquistare la sua prima reflex digitale e iniziò a scattare foto paesaggistiche. Nei mesi a seguire iniziò ad approfondire anche la Street Photography e il mondo affascinante del ritratto. Ma è nel paesaggio che @r.william.c – così si chiama in Instagram – eccelle. Romano nasce a San Miniato 25 anni fa. Al momento sta studiando Informatica Umanistica. Per il futuro ha intenzione di continuare a esplorare il mondo della fotografia. La sua Toscana è quella delle zone meno conosciute, esplorata attraverso l’attenzione per le luci, i colori e la composizione: il tutto tenuto insieme da una composizione semplice ed efficace. La sua ricerca costante di nuovi punti di vista lo porta sempre e comunque a prediligere la semplicità. “Non bisogna per forza andare nelle città o nei posti famosi per portare a casa foto stupende. La Toscana, come del resto tutta l’Italia, è ricca di bellezza; per questo non mi stanco mai di scoprirla.”, il pensiero di Romano, così riassunto, ci affascina. Sostiene che Instagram sia un ottimo strumento per promuovere le zone meno conosciute ed apprezzate cercando, così, di valorizzarne la bellezza.
Parlare di Torino, ci confida Emanuele Zola – in arte ed in Instagram @ema_the_rabbit – non è facile. Una città che ha avuto la visibilità che merita solo da quando ci furono le Olimpiadi a Torino: da allora finalmente iniziò a farsi notare arrivando ad essere citata anche dal NY Times. Emanuele ama profondamente la sua città, sentimento che traspare dai suoi scatti. Ha iniziato a scattare per gioco con il telefono, sfruttando le geometrie delle lunghe vie torinesi.
Tre anni fa decise di iscriversi a Instagram. L’hobby per la fotografia che aveva già da bambino torna allora con prepotenza nella sua vita sino a diventare vera e propria passione. Emanuele ama studiare la fotografia, non solo la tecnica, ma anche i libri degli autori che più ama da quelli classici come Erwitt, Doisneau, Frank fino ad arrivare a Friedlander e Fan Ho. Tra i suoi preferiti: Gardin, Scianna, Haas e Leiter. “Da tre anni mi sono evoluto dal punto di vista dei toni e del registro visivo. Ho iniziato a scattare molto più spesso solo in determinate ore del giorno, sia per la mancanza di tempo, che perché mi concedeva di esprimere meglio le mie idee attraverso le immagini: come ad esempio una maggiore libertà nella scelta delle cromie”, ci racconta Emanuele. Il genio fotografico di @ema_the_rabbit non predilige un genere specifico: spazia dal panorama al reportage fotografico. Quello che più ama è adattarsi al luogo in cui si trova, uscire dalla zona di comfort sia da un punto tecnico che compositivo. Di sicuro, agli scatti della sua amata Torino aggiunge infinita sensibilità arrivando dritto al cuore.
RIFLESSO
Registrazione Tribunale di Perugia n.35 del 09/12/2011
ISSN 2611-044X