Due sorelle umbre, “api regine” a Cannes

Mercoledì, 30 Luglio 2014,
Le campagne della Tuscia, una famiglia numerosa dedita all’apicoltura e alla vita dei campi, un’ immagine da romanzo di Pavese. Una ragazzina di provincia, abituata alla fatica e alla vita agreste, scorge qualcosa aldilà delle colline, comincia a nascere in lei il desiderio di sapere cosa c’è oltre il suo piccolo mondo, anche grazie alla tv e al concorso a premi che promette grosse vincite in denaro condotto da un’affascinante ed emancipata donna, così lontana dal suo mondo (interpretata da Monica Bellucci). Il film “Le meraviglie” di Alice Rohrwacher (nel cast anche la sorella attrice Alba Rohrwacher, ndr) si è aggiudicato il Grand Prix della Giuria al Festival del Cinema di Cannes. La regista ha ricevuto il premio dalle mani di Sophia Loren ed è stata la prima regista  italiana donna a ricevere l’ambito titolo. La pellicola è ambientata nelle campagne dell’antica Etruria, tra Umbria, Lazio e Toscana. “Le meraviglie” è, in parte, un racconto personale per le due sorelle umbre che sono cresciute nelle campagne di Castel Giorgio (in provincia di Terni), dove sono state girate diverse scene del film, e che sono figlie di un apicoltore, proprio come il burbero padre del film. Nel cast ci sono numerose comparse del territorio di Castel Giorgio e grande è stato il tifo e il sostegno da parte degli abitanti dell’ Alfina per le due sorelle a Cannes.  Ma “Le meraviglie” non è un film totalmente autobiografico, sono presenti molti elementi fantastici e vari spunti di riflessione. Innanzitutto il costante lavoro delle api, vere protagoniste del film, e simbolo fin dall’antichità di femminilità, operosità e di strenua difesa dell’alveare. Il poeta latino Virgilio dedicava parte del libro IV delle Georgiche all’esaltazione del piccolo mondo delle api, come metafora della società civile, e ne esaltava le virtù di operosità, senso dell’autorità e della disciplina, solidarietà e immunità stoica dalle passioni e dalle violenze umane.  Vi è poi l’elemento esotico, felliniano, raffigurato dal cammello che porta le tre ragazzine a sognare terre sconosciute, lontane da loro. Nella  protagonista del film, invece, Gelsomina, possiamo scorgere  un po’ l’Italia d’oggi: sospesa tra  realtà locale e vocazione globale.  Lo scrittore Cesare Pavese che ampio spazio ha dato alla vita agreste nei suoi romanzi, sosteneva che un paese vuol dire “non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.” Così, gli abitanti di Castel Giorgio sono rimasti ad aspettare le due sorelle umbre per abbracciarle di ritorno dagli onori della Croisette. Eleonora Zeroli

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