Se esistesse la versione italiana della rivista americana “Time” che puntualmente elegge l’uomo dell’anno, senza dubbio la copertina del 2013 sarebbe stata assegnata all’imprenditore umbro Brunello Cucinelli. E non solo per gli innumerevoli traguardi che sta conseguendo a ritmi sostenuti, ma per l’impronta di contemporaneità e per lo stile elegante ispirato ai valori etici, che lo spingono a definire la crescita economica come “garbata, sana e sostenibile”. La sua è una vera rivoluzione culturale. Un nuovo modo di fare business. Questo perché ha una visione del mercato che si discosta da quella incentrata sulla frenesia, sullo squilibrio e sulla disarmonia. Oggi l’industria deve sì creare profitto, ma deve anche lasciare spazio agli investitori di poter beneficiare degli utili in maniera sana. Questo concetto di condivisione degli utili a Brunello Cucinelli sta molto a cuore. Tanto che ne ha fatta la sua bandiera. A tal punto che dopo il grande successo conseguito con l’entrata in borsa nel 2012, per Natale ha deciso di distribuire un bonus di 5 milioni di euro tra i suoi 783 dipendenti-collaboratori, come segno di gratitudine per aver contribuito a far crescere l’azienda. La dimensione umana, il rispetto del lavoratore e il valore della persona sono aspetti di importanza cruciale per l’imprenditore umbro. Il rispetto per chi lavora gli è stato trasmesso dal padre, contadino prima e operaio poi, mal considerato per il lavoro svolto. E questo sentimento a Cucinelli è rimasto impresso. Per questo, appena ha avuto modo di invertire la tendenza, ha subito colto la palla al balzo. Fatto tesoro degli insegnamenti ricevuti, oggi che è al vertice dell’azienda, ha reso l’attenzione e la cura per il lavoratore il karma del suo successo. Ma di assi nella manica Cucinelli ne ha sempre uno. E così per ridare rilievo alla persona e dignità morale ed economica al lavoro, Cucinelli lo scorso ottobre ha dato inizio a un nuovo progetto formativo: ha creato una scuola dei mestieri per recuperare l’artigianalità, definita come “un percorso a metà strada tra l’arte e la tecnica” che costituisce l’anima e l’emblema del made in Italy. Ma la passione di Cucinelli si spinge oltre il mondo del business. La sua spassionata dedizione e amore per l’arte e la cultura costituiscono altri aspetti di rilievo della sua personalità. Il suo recente contributo per il restauro dell’Arco Etrusco di Perugia e per il Torrione di Corciano, sono la riprova dell’encomiabile spirito da mecenate. Da segnalare anche il suo contributo solidaristico per l’ampliamento di un ospedale nel Malawi il “Solomeo rural hospital di Primiti”, opera realizzata in collaborazione con la Regione Umbria, l’Associazione Amici del Malawi e la Diocesi perugina. In sintesi, la filosofia del mecenatismo e della solidarietà costituisce la base culturale e spirituale del suo modo di agire. Elementi questi che non a caso lo hanno spinto a identificare nel Priore del Monastero di San Benedetto di Norcia, Calsian Folson (chiamato anche padre Cassiano) il portavoce della sua etica imprenditoriale. Tanto da inserirlo nel consiglio d’amministrazione della società Cucinelli dopo lo sbarco a Piazza Affari. La nuova società Brunello Cucinelli S.p.A. si presenta nel 2014 godendo di ottima salute. Nei primi nove mesi del 2013 il gruppo ha registrato un +14,3% rispetto all’anno precedente, con un incremento dell’utile a 23,5 milioni di euro. Esporta in 58 paesi del mondo ed è presente con 61 retail e 37 boutique monomarca wholesale. Questi numeri sulle performance economiche del gruppo capitanato dall’imprenditore umbro ci inducono a credere che Brunello Cucinelli sia veramente un imprenditore illuminato.