Siamo ormai vicini alle festività del Natale e della fine dell’anno ed il vino che tutti noi alziamo nei calici è: il vino spumante, con le sue “bollicine” (perlage), come zampilli di una fontana si staccano dal fondo del bicchiere e risalgono elegantemente in fila fino alla sua superficie, scoppiando con leggero crepitio, mentre una nuvola invisibile di goccioline si libera sollecitando piacevolmente il nostro naso. Un’esplosione di gioia, così da essere il vino della festa, perfetto per i momenti indimenticabili della nostra vita. Vino conosciuto e noto sia ai Romani – che nei grandi simposi e banchetti chiedevano vini spument et aurato mollius in calice – che alle corti dei secoli sedicesimo e diciassettesimo, dove si decantano ancora i vini spumanti (o effervescenti) nei tomi del medico Girolamo Conforto, il “Libellus de vini mordaci” (1570) e del medico e abate Francesco Scacchi, il “De salubri potu dissertatio”, come vini mordenti et polputi et infedeli. Lo scopo era descriverne il loro assaggio, il loro particolare modo di produzione, la rifermentazione del mosto che poi diventa vino passando da un recipiente ad un altro, per poi giungere alle grandi produzioni del 1865 e del 1868 nelle regioni del Piemonte e del Veneto e fino a coinvolgere, oggi l’intera penisola italiana e la nostra Umbria, con un richiamo territoriale senza eguali per varietà, tipologia e metodo di produzione. I vini spumanti in Umbria, viste le varie caratteristiche dei suoi terreni, quasi esclusivamente collinari, ben riparati dalle catene montuose, generalmente sciolti e permeabili sinergicamente ad un clima mite con piovosità ben distribuita durante tutto l’anno e la particolare esposizione al sole, possono essere prodotti in un’ampia area della Provincia di Perugia e Terni. In particolare comprendono le zone più vocate quali le Denominazioni di Origine Controllata: “Colli Martani”, “Colli Altotiberini”, “Colli Perugini”, “Torgiano”, “Spoleto”, “Colli del Trasimeno”, compresi i territori ricadenti nei Comuni di Montefalco ed Orvieto. Grechetto, Trebbiano Spoletino, Procanico, Verdello, Chardonnay, Riesling Italico, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Sagrantino sono le uve fondamentali (Cuvèe) degli Spumanti umbri bianchi e rosati (Blanc de Blanc e Rosè) ottenuti con il metodo “Classico” (rifermentazione in bottiglia con un affinamento sui lieviti di 10, 24, 42 mesi) o con le varie articolazioni del metodo “Martinotti”: Charmat lungo e corto (rifermentazioni in grandi recipienti in acciaio – autoclavi – con durata di sosta dello spumante dalle due settimane ai 30-40 giorni a seconda della varietà di uva utilizzata) così da esaltare i variegati profili sensoriali che essi esprimono alla vista, all’olfatto e al palato. Si presentano brillanti, luminosi con un elegante e persistente perlage di bollicine fini e cremose, con una scala di colori che va dal giallo paglierino intenso al dorato, all’ammaliante rosa tenue con profumi fragranti (pane appena sfornato) che spaziano dalle note agrumate (pompelmo), frutti tropicali (ananas), mughetto, alle note minerali ed accenni di pappa reale e miele, nonché boccioli di rosa, piccoli frutti di bosco, melagrana. All’assaggio si percepisce un ventaglio armonioso di sensazioni che vanno da una suntuosa morbidezza, grande eleganza, con una sapiente ed equilibrata verve fresca-acida ad una bella presa acida con un gradevolissima chiusura ammandorlata o con un ricordo tenue di un tannino piacevole a seconda delle uve dei vitigni di provenienza, avvolti sempre da una discreta persistenza minerale. La loro vocazione espressiva, se bianchi o rosati, fa sì che si abbinino perfettamente con ravioli al ragù di pesce, risi ai frutti di mare, fritture di pesce, carni bianche e formaggi leggeri.