Il maestro Mogol e i suoi 80 anni di successi

Martedì, 29 Novembre 2016,
Senza ombra di dubbio Giulio Rapetti in arte Mogol è il più grande autore e compositore di testi delle canzoni più significative nel panorama della musica leggera italiana. Con i suoi ottanti anni, una verve invidiabile e una lunga carriera di successi, è riuscito con le sue parole a trasmettere emozioni e profondi sentimenti, entrando di diritto nel cuore di ogni italiano.  Maestro Mogol, i suoi successi sono stelle nel firmamento della musica italiana, riesce ancora ad emozionarsi al suono di una bella canzone? “Credo che dobbiamo distinguere tra le canzoni mie e quelle degli altri. Magari emozionarsi credo sia un termine un po’ esagerato, ma sicuramente mi fa piacere riascoltare le mie canzoni, sebbene ci sia ovviamente una piccola differenza di soddisfazione. Però devo ammettere che quando la musica è bella è bella”.  Tra le canzoni che ha scritto quale è la sua preferita senza nulla togliere alle altre? “Non c’è ne è una in particolare. Sono tutte distinte e diverse, ognuna ha un fascino proprio. Ce ne sono tante ed è molto difficile per me sceglierne soltanto una, anche se credo che tra le più importanti annovererei I giardini di marzo, Pensieri e parole, La canzone del sole o Il mio canto libero. C’è per esempio anche un’altra canzone bellissima che si chiama Anche per te e che l’hanno fatta tanti cantanti e persino cantautori che a me piace molto”.  Ci vuole parlare del suo progetto Centro Europeo di Toscolano?  “Si tratta di una scuola di altissimo livello che ha conquistato la posizione in prima linea in Europa. Il lavoro che viene svolto si incentra sia sull’insegnamento che sulla formazione per il canto, autore, compositore e interprete. Abbiamo partecipato a progetti europei dove noi facciamo la formazione anche ad altre suole. Dal nostro Centro escono persone molto qualificate. Per esempio è la scuola dove è nata Arisa. Un altro ragazzo molto bravo è Pasquale Caprino in arte Son Pascal, che sta avendo molto successo in Kazakistan”.  E come mai ha deciso di aprirlo proprio in Umbria?  “Ho voluto scegliere un luogo ecologicamente integro, in uno spazio a dimensione d’uomo in cui prevalesse il silenzio immerso nella natura tra boschi e laghetti”.  Si può dire che questo Centro sia anche una vera e propria scuola di vita per i ragazzi che ne fanno parte? “Senz’altro sì perché curiamo anche l’aspetto etico. Il nostro motto è “prima l’uomo poi l’artista”.  Riesce a riconoscere sin da subito se un giovane ha la “stoffa” per diventare un autore, compositore o interprete di successo? “È impossibile perché ognuno può avere una crescita imprevedibile. Noi tutti abbiamo delle capacità inimmaginabile che si sviluppano via via che si segue un certo tipo di percorso di formazione e apprendimento. Tutto dipende dalla capacità dell’allievo, dalla sua applicazione, dalla passione. Esiste una cosa che però può essere riconosciuta ed è il timbro vocale. Quello è effettivamente un dono. Arisa per esempio quando parla non si può immaginare che poi incanti cantando. Anche gli autori o compositori possono partire da una condizione di mediocrità e fare evoluzioni incredibili. Battisti ne è un esempio. Quando la prima volta lo incontrai e mi propose una canzone gli dissi che era poca cosa. E lui mi rispose che era d’accordo e mi fece un sorriso. Da lì cominciò a lavorare e dopo pochi mesi ha tirato fuori la canzone 29 Settembre. A dimostrazione che ha avuto una crescita spaventosa”.  Quali sono gli insegnamenti e i consigli principali su cui puntate per far emergere il talento dei vostri allievi? “Il nostro metodo didattico è uno dei più innovativi. Consiste nell’esaltazione di un connubio esistente tra dna e ambiente. Cerchiamo di far assorbire l’ambiente migliore del mondo agli allievi, attraverso un sistema didattico di elevata qualità. Abbiamo fatto studi da oltre trent’anni per arrivare a tali insegnamenti. Siamo convinti che l’ambiente può cambiare ed influire lo viluppo di una persona. Costruiamo ad hoc delle competenze, attraverso tecniche didattiche particolari. Con questi due elementi vediamo quindi crescere e diventare bravi molti nostri allievi”.  Per entrare nella scuola esiste una selezione?  “Sì, ce n’è una ma non è molto difficile. Ci sono dei test di cultura generale ma anche sull’intonazione. E chiaramente il compositore deve sapere suonare qualche strumento. Ognuno di noi nasce con un talento latente che va coltivato”.  Il 17 agosto ha compiuto 80 anni. Cosa ricorda con più entusiasmo di questa sua lunga carriera?  “La cosa che balza di più ai miei occhi è l’affetto della gente. Le persone che incontro mi esternano un tale affetto che lo ritengo il più bel regalo che si possa ricevere”.  Per celebrare questo importante traguardo la Rizzoli gli ha dedicato un nuovo libro “Mogol, il mestiere è vivere la vita” incentrato sulla sua storia, le passioni, le avventure, i viaggi, tutto raccontato con dovizia di particolari.

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