Antonio De Matteis e gli imminenti investimenti della griffe partenopea Kiton

Venerdì, 05 Febbraio 2016,
Antonio De Matteis il presidente del marchio Kiton, può senz’altro gioire per il trend positivo che sta attraversando il suo Gruppo. Sono in cantiere importanti investimenti che porteranno entro l’anno alla nascita di nuovi atelier, un bar e un ristorante a Milano e all’apertura di negozi sia a Tokyo che a Parigi. L’azienda partenopea di moda specializzata negli abiti e accessori uomo, ha di recente dato impulso anche al settore dell’abbigliamento donna che si sta facendo largo nel mercato nazionale e estero, incidendo in maniera considerevole sulla crescita aziendale. Antonio De Matteis, partiamo dalla origini, come nasce l'azienda Kiton? E per quale motivo avete scelto questo nome?  “L’azienda nasce da una intuizione del fondatore Ciro Paone che a metà degli anni Cinquanta capisce la possibilità di portare in giro per il mondo il gusto della sartoria napoletana. Il nome dell’azienda all'inizio è CI.PA. ma quando intorno alla fine degli anni Sessanta cominciò ad affrontare il mercato americano, decise di cambiare il marchio in Kiton il cui nome deriva da Chitone che è la tunica, l’abito importante, che gli antichi greci erano soliti indossare per le feste e le solennità”. La vostra produzione è tutta italiana o meglio "made in Naples"? “La nostra produzione è tutta italiana ed oggi conta quattro unità produttive. La sede storica e più rappresentativa è situata a Napoli. Vi realizziamo le giacche, gli abiti, le camice, le cravatte, i pantaloni, le scarpe e la linea Donna. Abbiamo un’altra fabbrica a Parma dove realizziamo la giubbotteria, a Fidenza abbiamo il maglificio, a Biella c'è il nostro lanificio Carlo Barbera che abbiamo acquistato qualche anno fa e nel quale Kiton produce quasi tutti i tessuti che utilizza”. Oltre agli abiti da uomo, anche le cravatte sono molto importanti, avete più ordini di accessori o abiti? “Gli abiti, insieme con cravatte e camicie sono i capi iconici della Kiton. Sicuramente un uomo mediamente elegante possiede almeno tre cravatte per ogni abito”. Qual è il modello di Kiton che preferite o a cui siete maggiormente legati? “Il modello al quale siamo più legati è il K50, il modello storico della Kiton. Ne vengono realizzati solo cento all’anno. E solo due dei trecentocinquanta sarti di Napoli sono dedicati al K50”. Che importanza riveste per voi la linea femminile? E come sta andando? “La linea Donna negli ultimi anni ha preso sempre più spazio e maggiore visibilità sul mercato. L’azienda crede tantissimo in questa linea che da qualche anno è seguita direttamente dalla figlia del fondatore, Maria Giovanna Paone. Crediamo che nel futuro la Donna diventerà sempre più importante per la crescita dell’azienda”. Il maggior fatturato deriva dall’Italia o da altri paesi esteri? “La Kiton è sempre stata molto propensa alla vendita all’estero sin da quando sono arrivato in azienda nel 1986. Allora il fatturato era già diviso a metà tra l’Italia e l'Estero. Oggi il fatturato è suddiviso in 85% all’estero e il 15% in Italia”. Quali sono i vostri progetti futuri, avete in cantiere investimenti o nuove aperture di show room?  “Tra i progetti futuri sicuramente il più importante è il completamento del palazzo a Milano dove l’azienda ha in progetto di realizzare un atelier da Uomo, un atelier da Donna e un Bar Ristorante, in modo da poter accogliere il nostro cliente in qualsiasi momento. Altri investimenti per il 2016 sono l’apertura a marzo del secondo negozio Kiton a Tokyo e l’apertura del secondo monomarca a Parigi”. 

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