Santoni, l’eccellenza artigianale che sposa l’alto lusso della calzatura

Giovedì, 03 Dicembre 2015,
Se il tempo è considerato sempre di più un lusso, allora non si può non rappresentare le calzature Santoni come il vero lusso artigianale. Con una media di 95 giorni per produrre una scarpa fatta su misura, si può ben capire la cura e l’attenzione che vengono trasfusi in ogni manufatto per averlo di elevata qualità. Un elemento questo imprescindibile nella filosofia aziendale di Santoni. Che vanta anche un altro punto di forza. L’attaccamento alle radici, alla terra e al lavoro dell’artigiano che si esprimono in una produzione integralmente marchigiana, anzi addirittura made in Corridonia, dove ha sede l’azienda. E allora cerchiamo di capire meglio qual è la storia di questa straordinaria azienda di calzaturificio ormai divenuta un brand noto in tutto il mondo.  Presidente Santoni, com'è nata la passione per le scarpe a tal punto da iniziarle a produrle? “È una passione che è cresciuta con me. Sin da piccolino guardavo con grandissima ammirazione al lavoro di mio padre Andrea che nel ’75 dopo anni di esperienze di successo nel settore calzaturiero ha aperto un piccolo laboratorio nei locali adiacenti casa nostra. Il laboratorio è stato il mio campo di gioco, sono cresciuto con i grandi maestri artigiani che mio padre aveva chiamato a lavorare con lui in una impresa che all’epoca era del tutto controcorrente. Tutte le aziende del distretto marchigiano si confrontavano nella competizione delle quantità prodotte giornalmente. Andrea Santoni scelse la strada della grande qualità e della massima artigianalità che molte altre aziende stavano abbandonando a fronte della delocalizzazione produttiva. Vedere la passione per l’eccellenza, la ricerca quotidiana nel superare lo standard a cui si era arrivati il giorno prima, la dedizione nel fare un prodotto unico che supera l’artigianalità per arrivare a scarpe che sono più simili ad opere d’arte, le costruzioni e le cuciture a mano, le prove infinite di velatura e i continui esperimenti sul colore sono stati e sono per me una continua emozione. Già da bambino sapevo chiaramente che non avrei voluto fare altro nella mia vita. Per questo i pomeriggi dopo la scuola li trascorrevo in laboratorio e anno dopo anno la Santoni è cresciuta, formalmente sono entrato nel ’88 per prenderne le redini due anni dopo, ero un giovanissimo amministratore delegato, sempre affiancato da mio padre che ancora oggi tutti i giorni è presente in azienda”. Inizialmente l’azienda nasce solo per scarpe da uomo, quando avete iniziato a fare anche le collezioni femminili?  “Dieci anni fa abbiamo iniziato la donna con una piccola collezione, principalmente stivali, stringate e mocassini, la più naturale evoluzione per un’azienda nata e cresciuta con la cultura della calzatura uomo di lusso. Sono state le mogli dei nostri clienti internazionali a spingerci in questo business, cercavano un prodotto di altissima qualità, frutto di una grande attenzione allo stile senza però cadere nei trend stagionali e nel ‘fashion’. Da subito abbiamo avuto un ottimo riscontro sul mercato e solo cinque anni fa abbiamo deciso di ampliare la proposta Santoni con una collezione completa con “stiletti”, decolleté, e tutte le proposte strettamente femminili. Oggi la donna è una parte importante del business Santoni in forte crescita su tutti i mercati in modo continuato e continuativo. Una realtà, la donna Santoni, che conta un  design team dedicato e una sito produttivo dedicato con più di 120 persone”.  Quando avete iniziato a creare gli accessori, la pelletteria? “Ormai sono più di 5 anni che, stagione dopo stagione, la collezione accessori continua a crescere. All’inizio solo le cinture da uomo, poi la piccola pelletteria, fino alla linea travel. Sono prodotti unici, che rispecchiano il massimo dell’artigianalità Santoni, in materiali preziosi come il coccodrillo anticato a mano o semplicemente vitello nei colori più sofisticati da uomo. Molti sono i clienti che amano circondarsi di accessori unici come uniche sono le nostre scarpe. Scarpe, cintura e briefcase abbinati sono un must per molti uomini. I nostri clienti sono amanti dei dettagli e cercano sempre dei prodotti speciali, come chi indossa un IWC con un cinturino in coccodrillo Santoni anticato a mano, e magari richiedono la cintura o la scarpa dello stesso colore del coccodrillo del loro Portofino IWC. La nostra ultima sfida sono le borse e la pelletteria da donna a cui ci stiamo affacciando nelle ultime stagioni con prodotti eccellenti magari in cocco o nelle combinazioni di tessuti Rubelli con cui collaboriamo per una Capsule collection molto interessante”. La sede è nelle Marche, terra di artigianalità e calzaturifici, c'è concorrenza tra le varie aziende di scarpe? “La sede è a Corridonia dove è completamente localizzata la nostra produzione, possiamo dire che siamo un made in Corridonia più che un made in Italy. Il distretto calzaturiero marchigiano oggi non rappresenta per noi né una concorrenza né una opportunità. Lo è stato in passato ma oggi nel distretto non ci sono realtà che producono internamente il livello di qualità che producono i nostri 550 uomini. Artigiani che lavorano con orgoglio e passione alla creazione di pezzi unici”. Il vostro marchio è sinonimo di lusso e artigianalità, in media quanto impiegate a produrre una scarpa? “Difficile da dire con esattezza, mediamente si calcolano dai 90 ai 100 passaggi, questi ovviamente variano da modello a modello. Forse banale a dirsi,  ma i dettagli fanno la differenza e impieghiamo moltissime risorse nella ricerca di quei piccoli particolari, invisibili per lo più a occhio nudo, ma fondamentali per la riuscita di una scarpa di alta qualità. Basti pensare che per terminare una scarpa Santoni si possono impiegare fino a 2 mesi, specialmente se si tratta di un pezzo bespoke, in cui l’artigiano prende le misure del piede del cliente e nasce così una calzatura che è unica nel suo genere. In Santoni non si lavora seguendo principalmente il tempo, ma la qualità e l’artigianalità più vera, per produrre un oggetto di lusso non si può parlare di tempi standard. Si dice spesso che il vero lusso è il tempo, io condivido pienamente, per produrre il lusso serve il tempo e va rispettato il tempo che l’artigiano impiega per completare il lavoro, dopotutto il vero made in Italy è proprio questo. Se siamo la migliore manifattura al mondo per prodotti di lusso lo dobbiamo alla nostra capacità tutta italiana che fonda le sua radici nelle più alte botteghe artigiane rinascimentali”. L’azienda è in grande espansione, sia in Italia che all’estero. Prevedete nuove aperture di show room? E sul settore online invece ci puntate? “Stiamo crescendo con soddisfazione da diversi anni a doppia cifra, stiamo crescendo su tutti i mercati in cui lavoriamo, da US a tutta Europa sino alla Russia e Giappone, anche l’Asia, Emirati e Cina ci stanno dando buone soddisfazioni, oltre ad avere i primi riscontri molto positivi in Sud America. Nelle ultime stagioni abbiamo avviato un nuovo corso di espansione retail che tra le 23 boutique Santoni conta Montenapoleone a Milano, piazza di Spagna Roma, Madison New York e Landmark Honk Kong in attesa di localizzare la prima boutique su Parigi che completa la presenza Santoni a Galleries La Fayette, Printemps e Bon Marché. Il nostro store on line rappresenta già una bella realtà che da quasi due anni cresce molto bene, stiamo investendo oltre che sulle nostre boutique monomarca anche sul nostro store on line dove proponiamo prodotti esclusivi e servizi dedicati per offrire un’esperienza di acquisto assolutamente complementare alle nostre boutique”.

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