17.03.24 , Eventi , Collaboratore Riflesso
Next Exhibition, leader internazionale nella ideazione, produzione e realizzazione di mostre, apre in centro a Milano Next Area, nuovo spazio nato per accogliere la cultura nelle sue diverse declinazioni, dall’arte classica alle esperienze digitali e immersive.
La location di via Paolo Sarpi 6 - che in precedenza ospitava la casa d’aste Finarte - inaugura venerdì 22 marzo con “Monet e gli Impressionisti – Digital Experience”, per celebrare i 150 anni dalla prima mostra degli impressionisti, realizzata nella primavera del 1874 nello studio parigino del fotografo Nadar.
Gli oltre mille metri quadri di esposizione sono suddivisi in diverse aree che seguono una narrazione semplice, adatta a tutta la famiglia, perseguendo sempre l’obiettivo dell’edutainment, ossia educare intrattenendo.
Nella curatela si analizzano in primis gli spunti che portarono a una tecnica diversa, considerata come la novità più dirompente nel processo di evoluzione della pittura. Il dipingere en plein air per esprimere la volontà precisa di rappresentare la luce naturale, per cogliere la bellezza pura dei contrasti tra luci e ombre, con colori forti, vividi, reali.
Nella prima sala introduttiva si spiega al visitatore - con un allestimento supportato da monitor che esaltano i movimenti dei quadri più celebri - la corrente dell’Impressionismo che imprime sulla tela gli effetti di luce che colpiscono l’occhio ancor prima che il cervello.
Una tavolozza di sfumature che cambia a seconda delle stagioni, tematica intorno alla quale si dipana il file rouge dell’esposizione.
Nella ricerca dell’attimo luminoso, i maggiori esponenti dell’Impressionismo ritraggono il progredire delle stagioni dipingendo terra, mare, fiumi, scogliere, alberi, fiori, prati, che mutano a seconda del periodo dell’anno. Dettagli vivi sempre diversi, proprio come quelle ninfee che Monet dipinge oltre duecento volte guardando lo stesso stagno, a riprova di quanto possa essere bella e mutevole la stessa cosa ogni giorno.
Ogni stagione vede un colore predominante che gli Impressionisti colgono assieme al movimento. Per cui l’immagine perde definizione, i contorni sono imprecisi e mutevoli e l’immagine è fuggevole. Uno stile pittorico che si sposa perfettamente con la moderna tecnica del videomapping, protagonista del salone centrale della prima esposizione a Next Area. Pareti e pavimenti prendono vita, immergendo il visitatore a 360 gradi in un viaggio lungo un anno nelle opere paesaggistiche più significative degli Impressionisti, cullati dalla musica classica de “Le Quattro Stagioni” di Vivaldi.
La Primavera viene identificata da colori delicati ma vivaci, come le “virgole” di colore che rappresentano i tanti fiori sbocciati ne “Il sentiero nell’erba alta” di Renoir che ritrae la natura che rinasce anche in “Primavera a Chatou”.
L’Estate è caratterizzata dai colori brillanti, caldi e abbaglianti o dai freddi, ma vividi, celesti e verdi. Così come dalle ombre nette come quelle dei “Covoni al sole, effetto di mattino” di Monet che ritrae anche una delle opere più iconiche dell’Impressionismo, “I papaveri”.
L’Autunno si contraddistingue per i toni rossastri, gli arancioni, le terre e i verdi spenti, come nelle opere di Pissarro “Hide Park – Londra” o “Autunno Pioppi – Eragny”.
L’Inverno infine, dalla gamma cromatica fredda che si mescola con la presenza abbagliante del bianco, come in “Effetto neve a Louveciennes” di Sisley.
A dare inizio al mapping la scomposizione di “Impressione levar del Sole”, l’opera di Monet che ha dato il nome alla corrente dell’Impressionismo. Il mapping, della durata di circa venti minuti, viene proposto in modalità spettacolo, con ingressi contingentati ad orario fisso, per poter rendere godibile al massimo la fruizione emozionale da parte del pubblico che può ammirare il video comodamente accoccolato sulle sdraio presenti nella sala. Diventando parte dell’esperienza, protagonista del quadro virtuale impressionista.
Novità della sala immersiva l’aggiunta delle luci architetturali che, in un vero e proprio spettacolo luminoso, sempre in linea con colori e tonalità delle quattro stagioni, illuminano la volta antica a cassettoni della location.
Il percorso prosegue con un’ulteriore sala immersiva ancora più tecnologica, che vede la possibilità di interagire attivamente con la tecnologia e la proiezione. Il visitatore cammina su un pavimento di ninfee, avendo la capacità di spostarle con il movimento dei piedi.
Next Exhibition introduce per la prima volta in questa mostra anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, in collaborazione con la start-up internazionale MORGHY.AI.
Nella prima sala si analizzano Renoir e Degas. Renoir, più di ogni altro impressionista, è riconoscibile per l’attenzione alle figure nel contesto paesaggistico. Degas è al contrario il ribelle tra gli impressionisti, non essendo interessato alla pittura en plein air, ma piuttosto a tecniche di derivazione giapponese come il taglio obliquo che utilizza ampiamente nella raffigurazione delle ballerine.
L’intelligenza artificiale trasforma in fotografie reali un quadro di Renoir e uno di Degas, producendo l’esatta visione dei due artisti nel momento in cui sono intenti nell’atto pittorico.
Nella seconda sala viene affrontata una domanda curiosa: “Come sarebbe Milano, oggi, dipinta da Monet e dai suoi colleghi?”. L’intelligenza artificiale rielabora le immagini di alcuni landscapes iconici della città che ospita l’esposizione, mostrando con un gioco di schermi come verrebbero dipinti quei paesaggi secondo i canoni della corrente dell’Impressionismo.
Incluso nel biglietto di ingresso anche l’esperienza speciale di realtà virtuale - fiore all’occhiello dell’esposizione. Indossato l’oculus VR, il visitatore può muoversi, camminare e agire, come se si trovasse nel giardino di Giverny: oltrepassato il ponte sulle ninfee, sullo sfondo la casa di Monet e poi l’artista, intento a dipingere nel suo studio.
Un’esperienza attiva in quanto in movimento e interattiva, dal momento che il pubblico può interagire con alcuni elementi del video.
RIFLESSO
Registrazione Tribunale di Perugia n.35 del 09/12/2011
ISSN 2611-044X