22.04.20 , Eventi , Carlo Timio
Sono trascorsi 50 anni da quanto le Nazioni Unite, nel lontano 22 aprile 1970, istituivano la Giornata mondiale della Terra con lo scopo di sensibilizzare l’umanità verso i grandi temi legati all’ecologia e all’ambiente, evidenziando la necessità di conservare le risorse naturali per poterle rendere fruibili alle generazioni future. Tale giornata rappresenta un momento di riflessione per tre ordini di motivi: mettere a fuoco problematiche del pianeta con un’attenta analisi e valutazione sullo stato attuale dell’inquinamento di aria, acqua e suolo, sulla distruzione degli ecosistemi, sulle migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e sull’esaurimento delle risorse non rinnovabili; analizzare come si possono utilizzare i numeri per monitorare i rischi collegati al cambiamento climatico e alle disastrose conseguenze che ne derivano; cercare di capire come si può far fronte a queste crisi sistemiche per dare valore al diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.
Oggi più che mai, con l’emergenza mondiale in atto che ha travolto l’intero globo con la pandemia Covid-19, la Giornata mondiale della Terra ha rimesso al centro del dibattito culturale alcuni temi caldi quali il rapporto tra uomo e natura, l’ambiente, la responsabilità sociale, la dignità dell’umo, contribuendo ad alzare l’asticella dell’attenzione su un modello di società e di sviluppo che faccia un passo nella direzione della sostenibilità, sposando e diffondendo una cultura dell’ecologia più equa e solidale. Tale tema riprende inevitabilmente il concetto dello sviluppo sostenibile basato su una nuova forma di fare business che sia compatibile con la salvaguardia dell’ambiente, generando un modello di economia verde, attento all’impatto sociale sulle generazioni.
L’uomo quindi, mentre da un lato deve fare mea culpa perché artefice dello stravolgimento del sistema ambientale, dall’altro ha di fronte a sé una grande occasione per agire con una nuova coscienza e consapevolezza e per cercare di invertire le sorti del pianeta, rimettendo la natura al centro.
In che modo? In primis avviando un processo di discontinuità incentrato sulla progettazione e attuazione di un nuovo paradigma di business, che dia importanza alla sostenibilità, sposando un tipo di economia civile che mette al centro la felicità, il benessere e la salute. Si deve approfittare di questo periodo storico causato dalla crisi mondiale del coronavirus per fare un passo indietro, e orientarsi verso un’economia che non guardi soltanto al profitto, ma che si ponga l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, arrivando ad adottare il ‘bilancio integrato’ tra attività finanziare e quelle sociali. A tal proposito mi piace riportare due esempi che trovo alquanto significativi. Le aziende responsabili oggi sposano la via della sostenibilità diventando Società Benefit il cui scopo si fonda sul bilanciamento tra l’interesse dei soci e il perseguimento di un beneficio pubblico, operando in modo responsabile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente. C’è poi la Benefit Corporation (B-Corp), un sistema di certificazione secondo cui l’azienda, oltre alla produzione di utili, si sottopone ad un rigoroso percorso di valutazione che gli garantisce di essere orientata ai principi di sostenibilità sociale e ambientale.
In seconda battuta interrompendo lo scellerato intervento dell’uomo che sta determinando una progressiva alterazione delle condizioni climatiche (basti pensare alle varie forme di inquinamento legato alle emissioni di gas serra), distruggendo habitat naturali come le foreste e le specie animali minacciate dalle deforestazioni e gli incendi dolosi. E adottando al contempo buone pratiche quali il riciclo e il riuso dei materiali, la conservazione delle risorse naturali, il divieto di utilizzare prodotti chimici nocivi.
In conclusione, credo sia arrivato il momento di diffondere una nuova cultura dell’economia valoriale fondato su un diverso modello imprenditoriale più giusto e solidale, a misura d’uomo e per l’uomo, che faccia perno sui valori annunciati nell’enciclica papale Laudato si’, riassunti nell’Economia di Francesco per una salvaguardia e custodia della Terra, dei beni comuni e dei beni relazionali.
RIFLESSO
Registrazione Tribunale di Perugia n.35 del 09/12/2011
ISSN 2611-044X