"André Kertész. Lo stupore della realtà" a Milano

08.01.19 , Eventi , Elisa Giglio

 

Arriva al Centro Culturale di Milano “André Kertész. Lo stupore della realtà” dal 15 gennaio al 10 marzo. Si tratta di un’esposizione di 90 opere che invitano a scoprire l’arte del grande fotografo ungherese e a lasciarsi sorprendere da quelle linee di un’immagine capace di reinventare la realtà, destinata a segnare un preciso percorso nella fotografia contemporanea. Un percorso sempre sollecitato da una sorgente, lo stupore della realtà.

Curata da Roberto Mutti e ideata da Camillo Fornasieri, la mostra è organizzata dal Jeu de Paume di Parigi, in collaborazione con la Mediathèque de l’Architecture et du Patrimoine, Ministère de la Culture - France, con di Chroma Photography e con il Patrocinio della Regione Lombardia e del Comune di Milano.

L’esposizione è scandita da quattro sezioni che abbracciano diverse stagioni della vita e dell’opera di André Kertész. Una vera rivelazione, forse anche per il pubblico degli esperti, riguarda la presentazione di una rara serie di fotografie a colori nelle quali l’autore conserva il rigore compositivo ma arricchisce la sua visione di nuove possibilità espressive tutte giocate sui toni lievi di cromatismi mai aggressivi.

Un viaggio ideale dove inizialmente prediamo familiarità con lo sguardo dell’autore sulla sua Ungheria rurale e tradizionale dove già realizza assoluti capolavori, come “L’uomo sott’acqua” e anticipa composizioni che poi si ritroveranno nelle immagini scattate a Parigi.

Nella capitale francese scopre una città europea dove può frequentare il circolo degli artisti ungheresi del quartiere di Montparnasse, rimanere colpito dagli incontri con Piet Mondrian, Fernand Léger e Marc Chagall, conoscere il surrealismo di André Breton, che poi declina personalmente per rimanere all’interno della dimensione ironica, anziché concedersi allo spaesamento e all’assurdo.

Quando arriva negli Stati Uniti - ma anche nei successivi viaggi in Giappone, in Martinica e ancora in Francia - quel suo stile svelerà i tratti di un’America singolare e intensa, diversa dal reportage. Fino allo straordinario riconoscimento nel 1964, al Museum of Modern Art di New York: si sprecano gli elogi.

Da quel momento Londra, Parigi, Stoccolma, Melbourne, Tokyo, Buenos Aires, Venezia ospiteranno i suoi lavori.

Durante la sua carriera André Kertész ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed è stato fonte d’ispirazione per importanti artisti e fotografi suoi contemporanei, fino ad oggi. La fotografia per l’artista ungherese è una specie di diario visivo, uno strumento per descrivere la vita e “qualsiasi aspetto del mondo, dal più banale al più importante, merita di essere fotografato, con amore”, come sottolinea lo stesso Kertész.

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