Spenti i riflettori su un’Italia perdente ai campionati mondiali di calcio, calato il sipario sulle polemiche Balotelli-allenatore con le scuse dell’attaccante, confermate le dimissioni di Prandelli e Abete si ritorna alla normalità agonistica con uno strascico che non è proprio sportivo, ma comportamentale. Ricordate il morso di Suarez alla spalla di Chiellini in occasione della partita con l’Uruguay, quella decisiva per l’eliminazione, il dolore del giocatore italiano per la ferita e per lo scorno calcistico? Bene. L’uruguaiano è stato punito dalla FIFA con 4 mesi di stop e niente nazionale per 9 partite, il tempo necessario per farsi limare gli incisivi. Ma la scena è tutta sulla generosità di Chiellini. Questi ha perdonato il suo avversario ponendo una pietra su un evento che sa più di cannibalismo che di sportivo. In un mondo in cui la violenza vendicativa sembra essere la regola, registrare un perdono “mondiale” fa sperare che anche nel calcio ci siano germi di umanità.