"Alla luce splendente di codesta fiaccola possano, quanti incontrerete lungo le strade del vostro pellegrinaggio, sentirsi fratelli e comporre le ragioni dei dissidi e dei conflitti che fanno gli uomini nemici tra loro, e diventare capaci di perdono reciproco, di rispetto, di concordia e di collaborazione. Sia la vostra davvero la fiaccola della pace..". Poche semplici parole, pronunciate da un Papa prossimo alla santità , per riassumere il significato di una fiamma simbolo di amore e armonia. Accesa in terra straniera, giunge a Norcia la sera del 20 marzo, dando il via ai festeggiamenti in onore di San Benedetto; ad attenderla, nella piazza principale, il popolo tutto e numerosi ambasciatori di diversi Paesi europei. Le celebrazioni in onore del Santo, infatti, non si limitano a coinvolgere il territorio comunale, ma si caricano di significati e messaggi che da Norcia partono e si diffondono in tutto il continente, di cui Benedetto è Patrono.
Il giorno seguente l'arrivo della fiaccola, le vie della città sono animate da un Corteo Storico, secondo le prescrizioni stabilite negli Statuti e nelle Riformanze comunali. Di fronte ai Consoli, al Capitano del Popolo, al clero e alle confraternite, ai trombettieri e ai tamburini, agli uomini delle Guaite con i loro Connestabili, ai membri delle Arti e ai rappresentanti dei Castelli limitrofi, il Cancelliere dà inizio alla pubblica lettura degli Statuti, dove è accuratamente trascritto tutto lo svolgimento della festa. Al termine del corteo, la città è chiamata a prender parte alla solenne funzione religiosa presieduta dal Vescovo, durante la quale viene esposto il reliquiario gotico di San Benedetto. Nel pomeriggio sacro e profano si alternano con grande equilibrio: dapprima le guaite si affrontano in un torneo di tiro alla balestra, dando vita a una sana competizione tra rioni cittadini; in seguito, la recita dei Vespri e la processione lungo le vie della città ripristinano quell'atmosfera serafica idonea conclusione di una così ieratica celebrazione.
Ilaria Zannettino