La cipolla è un pasto povero, un pasto che conserva nella sua tradizione l’umiltà dei nostri nonni, perché si mangiava pane e cipolla quando non c’erano i soldi per la cena. Quante cipolle avranno sfamato le più antiche generazioni? E’ un piatto a cui rendere onore, e la Festa di Cannara, ogni anno, ci propone i migliori modi per cucinarla, attirando tantissimi umbri che si avventano numerosi per gustare questo prodotto. Oltre agli amanti fedeli però, che non rinunciano mai a prendere posto allo stand favorito, fanno visita anche i curiosi, attirati da una festa dedicata all’alimento più umile del mondo, ma cucinato davvero in tutte le salse, grazie alla collaborazione di centinaia di cannaresi che con passione si dedicano all’arte culinaria della cipolla. Il menù è ricco di pietanze sia salate che dolci: pizza, zuppa, gnocchi e molto altro; e per chi volesse peccare di gola fino in fondo, non mancheranno da gustare dolci come bomboloni con la crema “cipollina”. La festa trova la sua location proprio nel paese, un piccolo borgo medievale lungo il quale vengono allestite bancarelle di ogni genere; a fare da padroni però sono i quattro stand nei quali si mangia, che ripropongono tutti menù differenti, ma allo stesso modo squisiti. La versione di fine estate è quella che allieta le nostre papille gustative da ben un trentennio, ma dall’anno scorso i volontari cannaresi, mettendo a disposizione lo stand “Il Rifugio del Cacciatore”, offrono anche la versione invernale della festa, che quest’anno si terrà dal 6 all’8 dicembre e dal 13 al 15 dello stesso mese. E’ un modo come un altro per passare una serata al caldo davanti a buon cibo e magari a un buon vino: questa forse è la ricetta giusta per consumare del tempo piacevole in compagnia; e poi si sa, la cipolla con il suo sapore delicato, oltre al palato, addolcisce un po’ anche il cuore.
Federica Uccello