Champagne per brindare ai 40 anni di Umbria Jazz

Giovedì, 01 Agosto 2013,
Chissà in quanti avrebbero scommesso sul raggiungimento di questo storico traguardo. Quarant’anni di Umbria Jazz. Fiumi e fiumi di musica che hanno inondato per decenni la regione, e in modo particolare il capoluogo umbro, facendo vivere momenti memorabili all’insegna della condivisione e del sentirsi uniti di fronte al gotha mondiale della musica jazz. E non solo. Un’ovazione per il suo fondatore e direttore artistico Carlo Pagnotta che è riuscito nella ineguagliabile impresa di creare un evento che nel corso degli anni ha registrato un successo montante in termini di partecipazioni, di presenze, di artisti di fama planetaria, di marketing territoriale e di visibilità dell’evento in ogni angolo del mondo. Quest’anno, dal 5 al 14 luglio il Festival festeggia la sua quarantesima edizione, affidandosi a pezzi forti del panorama jazzista internazionale. Alcuni esempi. L’inedito duetto di pianisti Chick Corea e Herbie Hancock, in esclusiva mondiale, il ritorno di Keith Jarrett, Diana Krall che inaugura il Festival. E poi che dire di Stefano Bollani in versione classica e ancora l’orchestra del Lincoln Center con Wynton Marsalis e due ospiti come Gregory Porter e Cecile McLorin Salvant. E tra gli astri nascenti del jazz si potrà ascoltare Dee Dee Bridgewater con Ramsey Lewis. Poi sarà la volta del duo Pino Daniele e Mario Biondi, del cantante soul e jazz-fusion John Legend, di Gal Costa e Gilberto Gil e infine di dj Ralph che animerà Piazza IV Novembre con il suo sound ritmico. Dieci giorni in cui Perugia e l’Umbria assurgeranno a capitale mondiale del jazz. Puro, senza contaminazioni, ortodosso. Di acqua ne è passata sotto i ponti, da quando, agli inizi degli anni Settanta, prendeva forma questa inedita manifestazione musicale a connotazione e diffusione regionale – inizialmente – per poi approdare esclusivamente nel capoluogo umbro. Nei primi anni di Umbria Jazz tutti i concerti erano gratuiti. Migliaia di persone di ogni età si accampavano a Perugia lungo Corso Vannucci inneggiando alla gratuita della musica e scontrandosi sia con i borghesi e pacifisti locali che con i veri appassionati del jazz. Ma poi qualcosa è cambiato. Una metamorfosi inevitabile, anche per stare al passo con i tempi. E così ai concerti gratuiti si sono affiancati quelli a pagamento, ampliando inevitabilmente la varietà dell’audience. Ma il mutamento ha coinvolto anche altri aspetti, soprattutto di carattere musicale. La manifestazione è uscita sovente dai binari standard del jazz, sconfinando su altri ritmi, dal blues, al gospel, dal soul al pop dal rock al rythm ‘n blues, permettendo al pubblico di Umbria Jazz di poter ammirare le performance di personaggi di fama mondiale quali Elton John, Carlos Santana, Eric Clapton, Sting, Simply Red e James Brown. Solo per citarne alcuni. Oggi Umbria Jazz è un brand di caratura internazionale. La punta di diamante del jazz italiano, un esempio positivo, un modello da emulare per la sua capacità di innovarsi, di adattarsi ai mutamenti sociali ed economici, un camaleonte in grado di attrarre un numero sempre crescente di appassionati del jazz, addetti ai lavori o semplici visitatori. Con la sua versione invernale che si realizza a Orvieto, con la sua proiezione oltre oceano, dove tra l’altro, in occasione dell’anno della cultura italiana in America, sono stati promossi jazzisti italiani a New York, Boston e San Francisco, con la sua presenza nella capitale e a Milano per lo “Spazio Umbria”, il brand UJ può ormai classificarsi come un vero marchio tutto italiano, capace di coniugare, in un unico contenitore, e con una sinfonia perfetta, la musica, l’arte, l’enogastronomia, la moda e il design. E allora Buon Compleanno Umbria Jazz. Cento di questi giorni. Prosit!

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