Raffaello e Perugino: Modelli nobili per Sassoferrato a Perugia

Mercoledì, 24 Aprile 2013,
 
E' stata presentata alla stampa, il 22 aprile, nella Sala delle Udienze del Nobile Collegio del Cambio, l'importante mostra: RAFFAELLO E PERUGINO Modelli nobili per Sassoferrato a Perugia promossa e realizzata dal Nobile Collegio del Cambio, presieduto dal Rettore Vincenzo Ansidei di Catrano, in collaborazione con la Galleria degli Uffizi, nell'ambito del progetto "La città degli Uffizi". La mostra sarà inaugurata il 22 giugno prossimo e fino al 20 ottobre 2013 sarà possibile visitarla presso quello scrigno magnifico, capolavoro del Perugino, che è il Nobile Collegio del Cambio. Curata dal prof. Francesco Federico Mancini, Ordinario di Storia dell'Arte Moderna nell'Università di Perugia e da Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi, la mostra offrirà l'occasione di un approfondimento scientifico e, per la prima volta, un diretto confronto fra i grandi maestri Perugino, Raffaello e Sassoferrato. Tra i capolavori in mostra, l'Autoritratto giovanile di Raffaello (dipinto tra il 1504 e il 1506), celebre in tutto il mondo, che sarà collocato nella Sala dell' Udienza del Nobile Collegio, la stessa sala i cui affreschi rivelano in alcune parti, stando a quanto sostengono alcuni studiosi, la mano del sedicenne urbinate come collaboratore del maestro Perugino, all'inizio quindi della sua eccezionale carriera. Dalla Galleria degli Uffizi giungerà - a comporre una ideale triade – anche il cosiddetto Ritratto del Perugino, da alcuni studiosi considerato autoritratto da altri ritenuto opera di Raffaello (o di Lorenzo di Credi), e quello dalle austere tonalità di Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato (Sassoferrato 25 agosto – Roma 8 agosto 1685) che fu attivo a Perugia nel 1630 presso il convento benedettino di San Pietro. Nella Cappella di S. Giovanni, all'interno del Nobile Collegio, saranno inoltre ospitate sette opere del pittore marchigiano "ispirate ai prototipi dei due maestri rinascimentali" e conservate nella basilica di San Pietro a Perugia. Queste opere – ricorda il prof. Mancini - danno la misura dell'impegno messo dall'artista nel riproporre i celebri modelli della tradizione figurativa a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento".
Il Sassoferrato poco considerato da vivo e dimenticato per molti secoli, oggi è molto rivalutato, soprattutto la sua copiosa produzione figurativa viene esaminata in modo scientifico e con grande interesse dagli studiosi che vi riconoscono " formule iconografiche e stilistiche di indubbia originalità, utili al rafforzamento e alla diffusione della fede cattolica" come le celebri Madonne che l'artista realizzò a centinaia. Un ottimo motivo in più, quindi, per non perdere questa mostra unica per bellezza e suggestione e che sicuramente richiamerà in città numerosi appassionati turisti. Rita Valletti

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