Non si può negare che l'Umbria non sia pervasa dalla cultura del merletto e del ricamo, anche se i due termini non siano sinonimi. Il merletto originariamente era un discorso tra donne, dalla operaia che agiva entro le mura di casa o in angusti laboratori, alla suora che operava nel silenzio del monastero, alla nobildonna che riempiva le lunghe ore di ozio nelle lussuose stanze del castello. Per la realizzazione del merletto nulla esiste se non l'ago o il fusello, la gugliata e naturalmente il disegno. Il ricamo storicamente opera dell'attività maschile ha bisogno di un fondo già esistente perché possa svilupparsi, solo successivamente è passata nelle mani della donna e poi della tecnica. Bene, Valtopina da tempo si è impadronita di questa cultura che nell'Umbria ha un volano di eccellenza ed ha realizzato anche quest'anno la XVI Mostra del Ricamo e del Tessuto, in cui si parla con grande enfasi dell'Umbria attraverso il filo e con cui si imbastisce un discorso sull'arte e sulle sue bellezze naturali. Così, vicino ai manufatti di alto artigianato, si intrecciano appuntamenti amatoriali come laboratori di filo per piccoli e grandi, dimostrazioni dal vivo e arteterapia tessile.