Vasco Brondi, noto per essere il leader del gruppo Le luci della centrale elettrica, è un cantautore ferrarese che ha esordito nel panorama alternative rock italiano con l'album Canzoni da spiaggia deturpata, facendo incetta di premi: Targa Tenco, Premio Fimi, premio MEI, Premio Musica & Dischi e il Premio Fuori dal Mucchio. L'album, prodotto da Giorgio Canali, è al momento considerato il miglior lavoro della band. Tale lavoro è uscito nel 2008 con l'etichetta discografica indipendente La Tempesta Dischi, creata da Enrico Molteni, bassista del gruppo Tre allegri ragazzi morti, di cui fa parte anche il chitarrista e fumettista Davide Toffolo. Già dal primo lavoro di Brondi emerge la sua inclinazione per il mondo del fumetto. La copertina dell'album Canzoni da spiaggia deturpata è una illustrazione del noto fumettista GIPI. Ma non solo: al tour di promozione dell'album partecipa Davide Toffolo che esegue dei disegni dal vivo durante i concerti. E' in questo periodo che a Napoli, durante una fiera del fumetto, Vasco Brondi incontra Andrea Bruno per merito di amici in comune. Viene a crearsi una reciproca simpatia che porterà ad una collaborazione nel secondo album de Le luci della centrale elettrica, chiamato Per ora noi la chiameremo felicità , di cui Andrea Bruno è illustratore. Bruno, catanese trasferitosi a Bologna, è un noto illustratore che ha esposto in varie gallerie in Italia ed all'estero. Ha ricevuto degli importanti riconoscimenti, come il premio come "Miglior Autore Unico" a Luccacomics nel 2007 ed il premio "Attilio Micheluzzi" come "Miglior Disegnatore" al Napoli Comicon nel 2010. Nel 2005 è stato tra i fondatori del gruppo Canicola. La nascita della graphic novel Come le strisce che lasciano gli aerei, avviene inizialmente in sordina. Vasco Brondi dice "Ho scritto questa storia per Andrea Bruno ma senza dirglielo e senza sapere se avrebbe voluto disegnarla. Quando ha letto la sceneggiatura mi ha detto che una delle cose che gli piaceva era non trovarci neanche una famiglia. I personaggi sono da soli.. E io in realtà non me ne ero neanche accorto". La storia in se è in realtà scarna, lascia molto all'immaginazione del lettore che è guidato solo da simboli e poche parole. Sono tre i personaggi principali, Micol la ragazza dai capelli rossi che appare in copertina, Rashid il nordafricano, Rico il ragazzo con il cappuccio calato sugli occhi. La storia non è definita geograficamente, potrebbe avere luogo ovunque. I tre giovani hanno vite che si sfiorano senza attraversarsi, come delle opere incompiute, alla ricerca del posto dove succedono le cose. L'arrivo dei clandestini annunciato via radio, le partenze con gli aerei. Questa contrapposizione è alla base delle vicende raccontate. Micol che vuol regalare un libro a Rashid, I sotterranei di Jack Kerouac, il quale non sapendo leggere ascolta mentre Micol narra per lui. Del libro di Kerouac è significativo l'estratto "Ero una volta giovane e aggiornato e lucido e sapevo parlare di tutto con nervosa intelligenza e con chiarezza e senza far tanti retorici preamboli come faccio ora; in altre parole questa è la storia di uno sfiduciato che non è piú padrone di sé e insieme la storia di un egomaniaco, per costituzione e non per facezia — questo tanto per cominciare dal principio con ordine ed enucleare la verità , perché è proprio questo che voglio fare". Rico è più marginale nella storia raccontata dalle tavole, anche se le tavole stesse lasciano intendere il ricordo di una passata relazione con Micol. Con l'immagine di Rashid che sfiora l'amore con Micol e che poco sembra aggrapparsi alla scia lasciata da un aereo in partenza si conclude questa storia sull'ansia di andarsene. Il nome Micol è un omaggio ad uno dei protagonisti del romanzo di Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini. La Micol di Bassani è una ragazza molto bella che nutre un forte amore verso il dolce e pio passato, mentre prova avversione per il futuro, quasi come una premonizione della tragica fine che toccherà a lei e alla sua famiglia. La voce narrante del protagonista del romanzo di Bassani non ha un nome che lo identifica, non viene mai svelato in tutto il romanzo, quasi come che lo stesso autore avesse voluto che nel leggerlo si adoperassero gli stessi occhi che oggi utilizza il lettore di un fumetto che si cala dentro la storia, e ne diviene egli stesso parte.