In una rinnovata versione della Pinacoteca di Brera fa mostra di sé il “Cristo Morto” di Andrea Mantegna in dialogo con “Il Cristo morto e strumenti della Passione” di Annibali Carracci (prestato dalla Staatsgalerie di Stoccarda). Alla coppia di quadri, ai quali si aggiunge “Il Compianto di Cristo Morto” di Orazio Borgianni della Galleria Spada di Roma, si può accedere dopo la recente ristrutturazione attraverso un comune ingresso con la Biblioteca Nazionale Braidense. L’opera del Mantegna ha riacquistato la sua originale posizione appesa a un semplice mantello alla convenzionale “altezza d’occhi”, recuperando la sua antica cornice dorata. La nuova posizione è visibile da poco tempo dopo la ristrutturazione, ma in ogni caso non risolve il “giallo” sul perché, quando e da chi il dipinto è stato commissionato. Di certo si sa che il quadro fu scoperto a Roma ai primi dell’Ottocento da Giuseppe Bossi, che lo comperò e lo invio a Milano con tanto di cornice e vetro protettore. I suoi eredi lo cedettero nel 1824 a Brera, ove oggi chiunque può ammirarlo più imponente che mai.